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A proposito del silenzio-assenso nei beni culturali e paesaggistici

Pubblico la lettera inviata oggi a proposito del DdL Madia.

http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/documents/1435657757462_Lettera_CS_BCP_per_DdL_Madia.pdf

Al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo

e p.c.

Al Presidente del Consiglio dei Ministri

Al Ministro per la Semplificazione e la P.A.

Ai Presidenti delle Commissioni Parlamentari ‘Affari Costituzionali’, ‘Cultura’, ‘Ambiente’

 

Oggetto: Disegno di Legge cd. Madia ‘Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche’ (C. 3098)

          Onorevole Ministro,

in qualità di Presidente del Consiglio Superiore ‘Beni culturali e paesaggistici’ del MiBACT, a nome dei componenti del Consiglio, vorrei esprimere la viva preoccupazione per la norma che, all’art. 3, comma 3, del DdL cd. Madia, attualmente all’esame del Parlamento, prevede l’estensione dello strumento del silenzio-assenso tra amministrazioni statali ai casi di assenso, concerto o nulla osta di amministrazioni preposte alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale e dei beni culturali.

Si tratta, infatti, di materie molto sensibili, tutelate dalla Costituzione.

Pur nella consapevolezza della necessità di predisporre procedure più celeri nelle pratiche amministrative, si ritiene che l’introduzione del silenzio-assenso, con l’automatismo ad esso collegato, rischi di produrre prevedibilmente risultati assai negativi per il patrimonio culturale e paesaggistico del Paese. Nonostante alcuni tentativi già fatti in passato, mai è stato introdotto il silenzio-assenso nel campo del patrimonio culturale, la cui tutela e valorizzazione non può essere sacrificata alle pur ragionevoli esigenze amministrative.

Il MiBACT, anche grazie alla Sua recente riforma, sta compiendo notevoli sforzi per il rinnovamento nelle politiche di tutela, non più solo di tipo vincolistico, ma attive, fondate su progettazione, pianificazione, condivisione, partecipazione. I ritardi, però, nella predisposizione in molte Regioni dei Piani Paesaggistici, la necessità non ancora soddisfatta a livello nazionale di dotarsi di moderni sistemi informativi che consentano la gestione di grandi masse di dati e la possibilità di fornire, in tal modo, pareri e autorizzazioni in tempi celeri, le ben note carenze di personale e di mezzi delle Soprintendenze, che non potranno verosimilmente essere risolte in tempi brevi, fanno temere ripercussioni assai negative a seguito dell’adozione di tali meccanismi autorizzativi automatici.

Il Consiglio Superiore dicendo no al meccanismo del silenzio-assenso non intende affatto difendere una visione burocratica della tutela e si impegnerà al massimo per assicurare che, nell’attuazione della riforma, siano anche snellite le procedure e assicurati tempi certi al cittadino.

Ma, nel pieno rispetto dei principi costituzionali, ritiene che sia compito dell’intera Comunità repubblicana (Stato, Regioni, Province, Comuni, Città metropolitane), garantire la tutela del paesaggio e del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura, cioè la valorizzazione, e la ricerca. Il silenzio-assenso è chiaramente in contrasto con tali principi costituzionali. Cosa si risponderebbe agli Italiani e al mondo intero qualora fosse distrutto un bene culturale per un silenzio-assenso?

In un campo tanto delicato, come quello della tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico, risulta assolutamente necessaria, infatti, una valutazione tecnica esplicita da parte degli uffici competenti, anche per un’ovvia esigenza di una loro responsabilizzazione in scelte così importanti.

Si auspica pertanto che all’articolo 3, comma 3, venga soppresso l’ultimo periodo: «Decorsi i suddetti termini senza che sia stato comunicato l'assenso, il concerto o il nulla osta, lo stesso si intende acquisito».

Allo stesso modo, si auspica che non siano eliminate le possibilità di sanzioni nei riguardi di chi dia inizio ad attività con SCIA (Segnalazione certificata di inizio attività) in mancanza di requisiti o in contrasto con la normativa vigente, secondo quanto sarebbe previsto nello stesso DdL.

            Il Consiglio Superiore affronterà la questione nella sua prossima riunione del 14 luglio p.v. e approverà una specifica mozione. Ho ritenuto, però, visti i tempi stretti della discussione parlamentare, anticipare la posizione mia e dei Consiglieri, da me consultati, nella certezza di poter contare sul Suo impegno personale e anche sulla sensibilità culturale e la lungimiranza di quanti, nel Governo e nel Parlamento, sono impegnati nello sviluppo del Paese e anche nella tutela e valorizzazione del suo patrimonio culturale e paesaggistico: due forme d’impegno erroneamente a lungo considerate in conflitto.

            Affido a Lei, Signor Ministro, e al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro on. Marianna Madia e ai Presidenti e ai componenti delle Commissioni Parlamentari le valutazioni e le proposte del Consiglio Superiore BCP.

Nell’occasione Le porgo, anche a nome di tutti i colleghi, distinti saluti.

 

Roma, 30.06.2015

Il Presidente
Prof. Giuliano Volpe

 

 

 


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