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I commissari universitari dovrebbero essere garanti della qualità di chi vince un concorso

Visto che sono stato tirato in ballo da alcuni su Fb, in merito alle brutte vicende di questi giorni, mi autodenuncio, sono un professore universitario e per di più sono nella commissione ASN di archeologia! Insomma il massimo di quello che secondo tanti è un coacervo di corruzione, nepotismo e familismo. Ho anche la colpa di aver seguito personalmente tutti (o quasi) i concorsi di archeologia nell'Unifg. Ne vado fiero e chiedo che vengano valutati con i risultati scientifici ottenuti e anche certificati dalla VQR (che so fare schifo a molti, ma almeno sono un riferimento). Parlo di archeologi come Pasquale Favia, Roberta Giuliani, Mariuccia Turchiano, Danilo Leone, Giuliano De Felice (Giuliano Lad), Roberto Goffredo, Valentino Romano, e altri allievi provenienti da altre scuole. Ho coordinato un dottorato nel quale sono entrati come borsisti laureati di molte altre università in vari casi al posto di nostri allievi diretti. Sono stato anche in molte altre commissioni e potrei fare i nomi di tutti quelli che hanno vinto senza vergognarmene (l'elenco è lungo ed è fatto di persone di qualità, da Alexandra Chavarria a Lucrezia Spera, da Fabio Pinna a Elisabetta Garau, da Milena Primavera a Riccardo Santangeli Valenzani e a Marcello Spanu, a tanti altri, di varie scuole e di diversa formazione). In un caso sono stato come membro interno in un'altra commissione, e non vinse il candidato interno, ma due archeologi di qualità come Enrico Giannichedda (purtroppo non chiamato!) e Francesca Sogliani. Ecco l'unica vera riforma possibile: un commissario (la cui qualità scientifica deve essere valutata e certificata, cosa che in parte succede già ora, finalmente) dovrebbe dar conto delle persone che promuove, diventandone in qualche modo garante e assumendosene la piena responsabilità. Se sceglie degli incapaci e improduttivi, gli dovrebbe essere proibito di far parte di altre commissioni. Le altre soluzioni che sento presentare in queste ore (Cantone che propone commissari esterni: in che senso? facciamo scegliere i professori dai magistrati e i magistrati dai medici?), sono sinceramente fesserie. L'università ha da sempre utilizzato la cooptazione: il guaio è quando si coopta un cretino e non uno bravo, facendo un danno enorme alla stessa 'corporazione' che coopta. Non difendo affatto quanto è successo in quest'ultimo caso e quanto è successo in tante altre occasioni. Personalmente lo combatto da sempre e come me anche tanti altri colleghi seri. L'ho fatto da professore e da rettore. La mia carriera parla chiaro: ho fatto tutta la carriera senza padrini, e non provenendo da una famiglia di accademici (cosa che di per se non considero una colpa: mi interessa che la persona sia valida, capace, di alto livello; è diverso se è un incapace! ma allora il problema è che passa un incapace non che passa il figlio di un professore). Non nascondo affatto il problema, ma non mi piace l'accanimento che finisce per mettere tutti, anche quelli che lavorano sodo - e nell'università ce ne sono tanti - nello stesso tritacarne.
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