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Il Parco di Naxos e il Teatro di Taormina

Sono nuovamente in Sicilia per partecipare ad un convegno a Messina e per presentare il mio libro a Messina e a Gela. Con Daniele Manacorda ne approfittiamo per visitare Naxos e Taormina su invito della nuova direttrice, l'attivissima e energica Vera Greco. Ci mancavo da tantissimi anni. Il parco e il teatro sono un cantiere in preparazione della riunione del G7 che si terrà a maggio a Taormina. Il parco di Naxos, la più antica colonia greca della Sicilia, è in fase di ripulitura della vegetazione – in realtà veri e propri rovi – sviluppatasi negli anni e si presenta in un contesto paesaggistico e ambientale bellissimo. C’è tantissimo da fare e Vera ha voglia di fare per rilanciare il parco, oggi visitato da poche decine di migliaia di persone pur essendo in una località molto turistica e a due passi dal teatro di Taormina visitato da molte centinaia di migliaia di persone. Anche gli stessi cittadini di Giardini conoscono poco il parco. Del resto bisogna essere onesti: non è un sito facile da visitare; la parte scavata è minima ed è poco comprensibile, posta sotto tettoie e priva di adeguati strumenti didattici. Bellissime le mura, le porte con i resti delle torri (come sarebbe bello ricostruirne una per consentire ai visitatori di avere un belvedere per guardare il sito dall’alto!); passeggiando, chiacchieriamo con la direttrice e immaginiamo la ricostruzione di alcune case dell’abitato, elementi didattico per consentore di per cogliere l’organizzazione viaria e la forma degli isolati della città greca, aree di sosta, piste ciclabili, percorsi per correre, un bel ristorante, una caffetteria, un bookshop: insomma un vero parco visitato dai cittadini e dai turisti, uno spazio verde molto gradevole con i resti archeologici finalmente resi comprensibili; e anche il museo, con straordinari materiali, riallestito. Ci sono opportunità straordinarie e sono certo che Vera Greco, se le lasceranno la possibilità di lavorare, potrà fare benissimo.
Dopo un pranzo (con un piatto meraviglioso di spaghetti alla palermitana) in un ristorante sul lungomare (sarebbe bello se lo pedonalizzassero e evtassero quel fastidioso passaggio di auto, bus, camion!), una rapida visita ad una meravigliosa villa, che ora accoglie gli uffici del parco, con una vista mozzafiato, si va a Taormina, a visitare il teatro che ospiterà i grandi della terra. Mi colpisce che un monumento così importante, famoso e visitato da migliaia di persone, un monumento che garantisce anche entrate significative, sia tenuto così male, in maniera sciatta, con muri che necessitano di urgenti lavori di manutenzione, erbe e piante nelle murature, quasi totale mancanza di supporti didattici. Anche qui ci sarebbe tantissimo da fare e anche in questo caso parliamo con la direttrice immaginando alcune delle cose possibili: Vera ci parla di una bella ricostruzione virtuale già realizzata e a breve fruibile; ma si potrebbero anche sistemare alcuni ambienti in modo da esporre i tanti pezzi architettonici sparsi e illustrare le varie fasi del teatro, quella ellenistica, quella romana, la trasformazione in abitato, la distruzione, fino alla scoperta. Si potrebbero anche ricoprire le strutture ipogeiche realizzate quando il teatro fu trasformato in ‘anfiteatro’ per i giochi gladiatori e anche in questo caso (come al Colosseo) lasciate aperte, incomprensibili, circondate da una ringhiera in tubi innocenti per evitare che qualcuno ci cada dentro: perché allora non ricostruire la pavimentazione e rendere visitabile quell’ambiente, che potrebbe ospitare alcuni dei materiali sparsi in tutto il teatro? E perché non rialzare alcune delle tante colonne oltre quelle già oggetto di anastilosi al tempo dei restauri degli anni Cinquanta? 
Continuiamo a discutere a scambiarci idee e ipotesi per rendere uno dei monumenti più famosi d’Italia più comprensibile, più ospitale e più ricco di servizi per i visitatori.
Splendida Naxos, bellissima Taormina: ma quanto ci sarebbe da fare!


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