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Se la ‘tutela’ rischia di essere nemica dei cittadini

È già accaduto in passato che a una fase di riforme abbia fatto seguito una fase controriformistica. È quanto sembra possa accadere nel campo dei beni culturali. Alcuni segnali cominciano a cogliersi. Ne indico uno che riguarda la città nella quale vivo da circa vent'anni, Foggia.

La città, che ha origine nel Medioevo, ha subito i danni devastanti prima di un terremoto nel Settecento (per la precisione nel 1731), poi dei bombardamenti nel 1943 e infine di un'intensa opera di espansione incontrollata, cementificazione e speculazione edilizia. I problemi non mancano.

A pochi chilometri dalla città si estende un'ampia area archeologica corrispondente all'antico insediamento daunio di Arpi, danneggiata pesantemente dallo scavo archeologico clandestino: anche una delle poche grandi tombe aristocratiche, il celebre Ipogeo della Medusa, da anni attende un'adeguata valorizzazione. Nell'area occupata dalla grande villa comunale e da un bel complesso architettonico degli inizi del Novecento, destinato all'IRIIP, Istituto regionale per l'incremento Ippico, e da anni anche in parte sede dell'Università di Foggia, e in una vasta area incolta, un tempo utilizzata come 'ippodromo', si estende un enorme villaggio di età neolitica, uno dei tanti noti nel Tavoliere, in minima parte oggetto di scavi archeologici: anche questi rimasti da anni in stato di quasi totale abbandono.

Ebbene, negli ultimi anni il Comune di Foggia ha inteso recuperare questa grande superficie di circa 20 ettari (nel corso dei decenni passati più volte a rischio di speculazioni edilizie, fortunatamente bloccate), un tempo periferica ma ormai posta all'interno della città, per realizzare un parco urbano, denominato 'Campi Diomedei', in ricordo del mitico eroe fondatore di Arpi e di altre città della Daunia.

C'è stato un regolare concorso e il progetto vincitore ha ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie, compresa quella della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio (rappresentata anche nella commissione giudicatrice), che da alcuni anni, a seguito delle recenti riforme, ha sede proprio a Foggia. I lavori di sistemazione dell'area, per un costo complessivo di sette milioni, già appaltati, sono in corso da mesi e si stanno effettuando anche scavi archeologici in una porzione dell'insediamento neolitico, che si prevede di valorizzare all'interno del parco urbano.

Come un fulmine a ciel sereno è giunta in questi giorni una nota della Soprintendenza, con la quale si revocano le precedenti autorizzazioni e si impone la sospensione dei lavori. Cos'è successo? Nel frattempo è cambiata la Soprintendente ed è cambiato soprattutto il Direttore Generale all'Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, che in effetti ha imposto alla stessa Soprintendente il cambio di rotta. Cambiano i dirigenti, cambiano le regole.

Nella nota si legge che gli interventi modificherebbero la 'percezione' del complesso architettonico storico e delle aree contermini. Ma qualsiasi intervento modifica la percezione di un luogo. L'alternativa è non fare nulla, preferendo l'immobilismo e anche la 'percezione' di uno stato di abbandono di un'area. Improvvisamente sono state recepite le tesi di un comitato locale per la difesa dei cavalli, che da anni si batte contro ogni intervento di riqualificazione dell'area (per anni si è opposto anche al recupero di parte degli edifici dell'IRIIP da parte dell'Università, che qui ha realizzato una bella e vitale sede per il Dipartimento di Economia e una meravigliosa Aula Magna, riutilizzando il vecchio ippodromo coperto ormai fatiscente), le cui istanze sono state raccolte da esponenti locali del M5S.

Non entro nel merito del progetto prescelto, che può piacere o non piacere – è legittimo –, ma la questione essenziale è che si tratta di un parco, che promette un'attenzione particolare alle essenze locali, la presenza di percorsi per passeggiare o fare sport, zone per i bambini, un'area archeologica attrezzata e anche un'ampia porzione di ben 4 ettari riservata ai cavalli e alle attività ippiche.

Si può bloccare un parco urbano? Si può dire di no a uno spazio verde attrezzato che si speri contribuisca a migliorare la qualità della vita dei cittadini? In nome di quale tutela? Si intende inseguire la protesta di uno dei tanti comitati del no a qualsiasi cosa? Si preferisce lasciare quell'area nello stesso stato di abbandono nel quale è da anni invece di contribuire al suo recupero e a una nuova destinazione pubblica?

Non si considera che la stragrande maggioranza dei cittadini attende da anni un nuovo polmone verde, uno spazio di socializzazione, un'area sottratta alla speculazione e al degrado, preziosa in una città gravata di tanti problemi sociali ed economici. È il caso di ripeterlo: in quell'area non è stata progettata una lottizzazione, non si costruiranno palazzine o villette, ma si intende realizzare un parco urbano.

Non so quali saranno gli sviluppi di questa triste vicenda. Il sindaco di Foggia annuncia battaglia: ha già dato mandato agli avvocati per un ricorso al TAR, intende denunciare la Soprintendente per abuso di potere e chiedere anche i danni. Mi auguro vivamente che si trovi rapidamente una soluzione e che si evitino rotture che rischiano di avere strascichi di vario tipo. Auspico anche un intervento del ministro Bonisoli, persona aperta ed equilibrata che non credo desideri lo scontro.

Mi preoccupa soprattutto la spia del ritorno a una idea di 'tutela' muscolare (nei fatti assai debole), fatta solo di 'no', di divieti e diffide, di carte bollate e note scritte nel tipico linguaggio iperburocratico, di autoritarismo senza autorevolezza, di rifiuto del dialogo e della condivisione, dello scontro più che dell'incontro con le altre Istituzioni pubbliche, soprattutto incapace di cogliere le esigenze di una comunità. Di sentirsi parte di una comunità.

È solo un caso isolato? O è una delle avvisaglie di un nuovo clima? Spero sinceramente che i miei timori siano smentiti. Soprattutto per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale, impossibile senza condivisione, sostegno sociale e partecipazione democratica.

Pubblicato in Huffington Post, 31 ottobre 2018, https://www.huffingtonpost.it/giuliano-volpe/se-la-tutela-rischia-di-essere-nemica-dei-cittadini_a_23576263/?utm_hp_ref=it-homepage

 


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