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Suasa: un interessante modello di gestione

Sono stato invitato dai colleghi e amici Beppe Lepore e Enrico Giorgi alla cerimonia di riapertura degli scavi di Suasa. Ci vado molto volentieri anche per il piacere di conoscere direttamente questo interessante sito archeologico e questo splendido pezzo di Marche, con un paesaggio di grande qualità. Ci vado con piacere anche perché questa iniziativa è stata resa possibile grazie al FAI e, più precisamente, al progetto 'I luoghi del cuore'. Suasa è oggetto di scavi sistematici dell'Università di Bologna da tanti anni, inizialmente per iniziativa dei colleghi Pierluigi Dall'Aglio e Sandro De Maria. Intere generazioni di archeologi si sono formati su questo scavo. Della città romana sono stati indagati parte del foro, l'anfiteatro, vari edifici, e in particolare due belle domus, una repubblicana (cd. domus del primo stile) e l'altra imperiale, con bei mosaici (cd. domus dei Coiedii). La cosa interessante di questo sito è legato alla gestione, curata da un consorzio costituito da tre comuni del territorio, i Comuni di Castelleone di Suasa, Senigallia, Corinaldo, San Lorenzo in Campo (un tempo erano ancor più numerosi): un segnale incoraggiante di collaborazione a scala territoriale. Perfetta la collaborazione tra l'Università di Bologna che conduce ricerche da anni e la Soprintendenza. Insomma un modello di collaborazione. Nel 2000 fu inaugurata una grande tettoia (per la verità un po' pesante e invasiva) che copre la domus dei Coiedii, cui si aggiunse poi una ulteriore tettoia a protezione della domus repubblicana, con pregevoli pitture in cd. I stile pompeiano. Due episodi disastrosi misero in crisi il progetto: prima una straordinaria nevicata che fece crollare la tettoia posta sulla casa repubblicana, poi la drammatica alluvione di Senigallia del 2014, che provocò la ricopertura dell'aria da parte di uno strato di fango. Questi disastri e i contenziosi tra committente e ditte impegnate nei lavori e i progettisti rischiavano di far naufragare un  progetto importante di valorizzazione di un sito. A quel punto si mobilitò la comunità locale, per mezzo del FAI che lanciò una raccolta di firme per I luoghi del cuore. In un mese si raccolsero oltre 4.000 firme. E poi si presentò un progetto di sistemazione, pulizia e restauro dei mosaici. Oggi l'inaugurazione della nuova sistemazione con una conferenza stampa alla presenza di tante persone (nonostante l'imprevista pioggia estiva!). Uno splendido risultato, che spero favorisca ora un rilancio del sito. Nell'occasione ho potuto anche visitare alcuni bei borghi del posto e il bel complesso di Santa Maria in Portuno, dove Lepore ha condotto un importante scavo che ha portato alla individuazione di una chiesa paleocristiana al di sotto della chiesa romanica e di precedenti fornaci romane. Molto riuscita la sistemazione dello scavo nell'attuale chiesa e nei suoi immediati dintorni. Insomma una bella giornata, in un luogo di grande pregio paesaggistico e archeologico, curato da una vera 'comunità di patrimonio'.
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