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Unifg e la graduatoria La Repubblica-Censis

Leggo entusiastici commenti sul piazzamento di Unifg nella classifica Censis-La Repubblica. E' giusto. Mi fa sinceramente piacere che la nostra Università faccia progressi e c­­ontinui a scalare le graduatorie (in assoluto non particolarmente favorevoli alle università meridionali) de 'La Repubblica' e del 'Sole 24 Ore', che solo 7-8 anni fa ci relegavano agli ultimi posti. Significa che si è lavorato bene nel corso degli anni, e che si colgono grazie a questo risultati positivi.

Siamo, però, studiosi e abbiamo il dovere di esaminare i dati per ricavarne elementi di riflessione.

Nella graduatoria di quest’anno Unifg è al secondo posto su undici tra gli atenei piccoli, con un punteggio complessivo di 89. Lo scorso anno, nel 2015, era quinta su tredici con 84,2 la stessa posizione  che aveva raggiunto l’anno precedente, nel 2014, quinta su dodici, con punti 84. Non c’è dubbio che si tratti di un buon risultato.

Un primo dato su cui riflettere è però proprio questo: fino al 2013 Unifg era compresa nella lista degli atenei medi (10.000-20.000 studenti), quella più corposa e difficile. Ora siamo tra gli atenei piccoli (meno di 10.000 studenti). Certamente si tratta di una tendenza diffusa tra le università meridionali, ma è un dato su cui riflettere. Un altro dato da considerare: i risultati positivi di questi ultimi anni premiano il miglioramento delle strutture (per la verità tutte realizzate entro il 2013; strutture che miglioreranno ulteriormente quando saranno completati i cantieri delle due palestre ex GIL assegnate in comodato gratuito a Unifg dalla Regione Puglia nel 2012, per cui si impegnarono 5 milioni di un mutuo; in un caso però i lavori sono fermi da un paio di anni, nell'altro non sono mai partiti); le mense e le residenze universitarie (la 'Mazzei' e la 'Marcone', inaugurate nel 2012 e nel 2013) e le borse di studio Edisu; il nuovo sito web (avviato nel 2013); le biblioteche (in particolare quella di Studi Umanistici, inaugurata nel 2013, l'unica che si sia aggiunta a quelle già esistenti); l'internazionalizzazione che è andata effettivamente progressivamente migliorando. Inoltre essendosi ridotto il numero degli studenti ed essendo rimasti inalterati negli ultimi anni i posti in aula/biblioteche/strutture ecc., è migliorato il rapporto con un esito positivo in termini di valutazione. Sul fronte della ricerca, poi, risultiamo ancora ben messi, soprattutto grazie ai risultati della VQR del 2010.

Bisogna dunque essere felici di questa situazione positiva. E certamente lo è chi scrive, al di là di ogni sospetto. E' un segnale positivo di un progresso continuo, da salutare con gioia, rendendo merito a tutti coloro che in passato e oggi si somo prodigati e si prodigano per migliorare i risultati dell'università.

Ma non sarebbe male in questi momenti comparare i dati e ricordare il passato, ricordanod che i risultati delle scelte di governo si colgono a volte non prima di 2-3 anni. Le persone e le istituzioni che perdono la memoria, anche quella più recente, rischiano, infatti, di non capire il presente e soprattutto di non saper progettare il futuro.


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