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LA FEDERAZIONE DELLE CONSULTE UNIVERSITARIE DI ARCHEOLOGIA PER IL MUSEO ETRUSCO DI VILLA GIULIA E IL PARCO ARCHEOLOGICO DELL’APPIA ANTICA

La Federazione delle Consulte Universitarie di Archeologia (FCdA) sta seguendo con grande preoccupazione le vicende relative al nuovo regolamento di organizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali ed esprime grande perplessità in particolare per la soppressione di istituti e luoghi della cultura autonomi, tra cui il Museo Nazionale di Villa Giulia e il Parco Archeologico dell’Appia antica.

La rilevanza del lavoro svolto per la valorizzazione dell’immenso patrimonio di Villa Giulia, museo di antica tradizione, che festeggia 130 anni di vita e che sta ora vivendo un profondo rinnovamento, ha già ricevuto ampi e giusti riconoscimenti, grazie ad un’attività di alto valore scientifico, a una comunicazione efficace e a una gestione efficiente.

In due anni non si contano le iniziative culturali e scientifiche, che hanno mobilitato non solo studiosi ma anche semplici cittadini. Significativi sono i risultati anche in termini di incremento dei visitatori. La spinta propulsiva data dalla nuova organizzazione ha portato anche ad aggiudicarsi vari progetti, tra cui il bando Lazio Innova, finanziato per circa un milione, finalizzato alla creazione di una rete laziale, da Vulci ad Alatri.

Per queste e molte altre ragioni la FCdA, molto ben illustrate anche in un documento che ha raccolto moltissime adesioni e in una lettera inviata al ministro dal prof. Mario Torelli, chiede di voler rivedere la decisione, mantenendo l’autonomia del Museo Nazionale Etrusco, eventualmente anche nel quadro di una riorganizzazione della rete museale dei siti etruschi.

Sconcerta, inoltre, la scelta di sopprimere l’autonomia del Parco Archeologico dell’Appia Antica, creato appena tre anni fa dopo decenni di richieste da parte di tutto il mondo della cultura di un istituto unico dal carattere archeologico per quest’area dal potenziale immenso in senso culturale e naturalistico, fin dalle battaglie di Antonio Cederna. Fare ora un passo indietro, senza tenere conto dell’immenso impegno che è alla base dell’istituzione del Parco archeologico, è gravissimo. L’impressione che se ne ricava è che chi ha operato questa scelta non conosca affatto la travagliata storia dell’istituzione del parco dell’Appia antica, un’istituzione sentita come necessaria sin da epoca napoleonica proprio per le monumentali e diffuse componenti archeologiche del territorio caratterizzato dal passaggio delle vie consolari Appia e Latina.

Il Parco dell’Appia antica è un parco archeologico in quanto contiene tutti gli elementi essenziali e distintivi di un parco archeologico definiti a livello nazionale dalle “Linee guida per la costituzione e la valorizzazione dei parchi archeologici” (D.M. 18-4-2012). Inoltre non è più possibile pensare a una disgregazione del contesto paesaggistico dell’Appia in diverse componenti, come la proposta della costituzione di un “sistema museale” dell’Appia lascia intendere, non solo perché proprio le suddette Linee guida intendono chiaramente superare la vecchia concezione del D. Lgs. 42/2004 che vedeva equiparato il parco archeologico a un “museo all’aperto”, ma soprattutto in virtù dell’approccio globale che il Ministero ha deciso di adottare nei confronti del Patrimonio culturale L’elaborazione di un progetto scientifico e gestionale specifico e unitario per il parco dell’Appia è il risultato che ci attendiamo da questa nuova istituzione, rappresentando una necessità impellente in relazione a un territorio vastissimo e caratterizzato da numerosissime criticità, che dopo decenni di abusivismi di ogni tipo finalmente si ha la possibilità di affrontare in maniera sistematica e decisiva.

In relazione a quanto esposto, la FCdA chiede al Ministro Bonisoli di rimettere in discussione le proposte di riorganizzazione del Ministero soprattutto in merito alla soppressione di due istituti necessari a livello locale e nazionale, come il Museo etrusco di Villa Giulia e il Parco archeologico dell’Appia antica, concedendo la possibilità alla direzione del Parco stesso, appena insediatasi, di poter esprimere al meglio le potenzialità inespresse di un territorio tanto ricco e complesso.


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