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Perché mi oppongo all'impianto gpl a Manfredonia

Non è la sindrome NIMBY, quella che fa urlare “non nel mio giardino!”. L’opposizione al progetto Energas a Manfredonia, il più grande deposito costiero di GPL in Europa, non è preconcetta. È che non ha senso per svariate ragioni, a cominciare dallo sfregio al paesaggio, all’ambiente, all’archeologia, alla storia di quel territorio, non particolarmente fortunato. Manfredonia porta, infatti, ancora le drammatiche ferite provocate dalle scelte sbagliate dello stabilimento Enichem ai piedi del Gargano: la chimica al posto della pesca, del turismo, della cultura. Una scelta scellerata che ha lasciato una pesante eredità non solo in termini economici e sociali ma anche e soprattutto per i danni ambientali e sanitari. Ma allora si era negli anni Sessanta del secolo scorso, quando si gareggiava per ospitare i poli industriali, con il miraggio dell’occupazione e dello sviluppo. Erano gli anni in cui Bari contestava la scelta di collocare l’Italsider a Taranto!

In questo ultimo mezzo secolo si sono andate fortunatamente sviluppando (e non senza contraddizioni) altre visioni circa lo sviluppo del Mezzogiorno. A buon diritto c’è chi parla oggi di una nuova “industrializzazione a base culturale”: cioè un processo di sviluppo paragonabile, in termini di investimenti e di scelte strategiche, a quello che portò l’industria pesante al Sud, ma basato sui patrimoni culturali, sui paesaggi, sulla qualità ambientale, sul turismo di qualità. Con la differenza sostanziale che tale strategia di sviluppo potrebbe garantire anche la sostenibilità ecologica, la crescita della qualità della vita, l’equità sociale, la sicurezza. È questa la strada che con fatica ha intrapreso anche Manfredonia, puntando sull’economia del mare, con la pesca, la portualità turistica (molto bello il nuovo porto turistico), la balneazione, la ristorazione con prodotti tradizionali, in particolare quelli ittici, sul turismo culturale, sulla tutela e la valorizzazione dl patrimonio culturale, grazie a una collocazione per più versi fortunata. È alle porte del Gargano, a pochi chilometri dai siti Unesco di Monte Sant’Angelo e delle faggete storiche, dalla Foresta Umbra, dai tanti cimiteri rupestri paleocristiani sparsi nel territorio, dall’Abazia di San Leonardo, dal sito archeologico daunio di Monte Saraceno, da uno dei più importati insediamenti dell’Età del Bronzo a Coppa Nevigata. La città possiede un monumentale Castello e un importante Museo Archeologico Nazionale, che ospita la straordinaria collezione di stele daunie e molti reperti che illustrano la civiltà della Daunia.

Soprattutto nel golfo di Manfredonia c’è il Parco archeologico di Siponto: la prima colonia marittima romana nell’Adriatico meridionale, risalente al II secolo a.C., importante municipio romano, sede di una delle principali diocesi paleocristiane, vivace e attiva città medievale, abbandonata nel corso del XIII secolo a favore della neonata Manfredonia, voluta dal figlio di Federico II Manfredi.

L’installazione artistica di Edoardo Tresoldi posta al di sopra della chiesa paleocristiana ha ormai conquistato una fama internazionale e attira molte migliaia di visitatori. Negli anni scorsi gli scavi nell’area di Siponto sono stati rilanciati grazie a un progetto congiunto delle Università di Bari e di Foggia, cui si è aggiunta anche la canadese McGill University. Gli scavi stanno portando alla luce parti della città medievale sovrapposta alla città antica, tra cui una grande domus del XIII secolo e altri importanti edifici nella zona del quartiere portuale. Si è avviato anche lo scavo del grande anfiteatro romano. C’è molto da scavare, visto che della città antica e medievale, estesa per circa 20 ettari, meno del 5% è stato finora esposto. A breve la Direzione Regionale Musei avvierà un importante progetto di valorizzazione che porterà all’ampliamento dell’attuale, ridotta, estensione del parco archeologico e alla creazione di migliori servizi per i visitatori.

C’è molto da fare, soprattutto nel campo della gestione, ma è indubbio che a Siponto si sia avviato un progetto, destinato a svilupparsi nel corso di molti anni, fondato non solo sulla ricerca, la formazione sul campo dei giovani archeologi, il restauro e la tutela ma anche sulla valorizzazione, la comunicazione con gli strumenti della moderna multimedialità, lo sviluppo economico finalizzato alla creazione di nuova occupazione di qualità, a favorire la nascita di imprese creative e culturali, allo sviluppo di servizi turistici.

La “tegola” Energas rischia ora di colpire pesantemente questo progetto. L’area archeologica, già a suo tempo tagliata in tre parti dalla strada (che da anni si spera di rendere pedonale-ciclabile) e dalla ferrovia, ora rischia di avere non lontano un gasdotto proveniente dal pontile cu attraccheranno le grandi navi gasiere da 2000 tonnellate (se ne prevedono 50) e alcuni enormi serbatoi, pericolosamente collocati peraltro a non molti chilometri da uno dei più importanti aeroporti militari del Mediterraneo, quello di Amendola: come non temere anche il rischio di creare un facile obiettivo per terroristi e non solo?

La reazione negativa dell’Amministrazione locale, della Regione Puglia, delle varie forze politiche prescindendo dalla loro collocazione, della Chiesa, del Parco del Gargano, della società civile, della popolazione, è compatta. Manfredonia ha scelto una nuova strada di sviluppo. Anche noi archeologi diciamo no a una pericolosa inversione di rotta rispetto alla valorizzazione dello straordinario patrimonio culturale e paesaggistico di Manfredonia e del suo territorio.

Ci auguriamo che il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano dia un segnale chiaro (in questo caso il “punto di equilibro fra la tutela del paesaggio e la realizzazione di impianti di produzione di energia”, indicato nel suo atto di indirizzo politico, non c’è affatto). Speriamo che anche il sottosegretario Vittorio Sgarbi, da sempre acerrimo nemico delle pale eoliche, faccia sentire la sua voce contraria a un (molto più pericoloso e impattante) grande deposito di GPL nemico del patrimonio culturale. Invito infine il mondo della cultura e della ricerca a schierarsi apertamente.

Pubblicato su Huffington Post 24.2.2023 https://www.huffingtonpost.it/blog/2023/02/24/news/perche_mi_oppongo_allimpianto_gpl_a_manfredonia-11427216/?fbclid=IwAR3Hgb9Fx_ChdLv4xKqRPLGhnw1WjHnY6dEKvX3mmpCH06xH9eBwmj_QYis
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