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Viaggio nel tempo a Monte Sannace. Così 2000 anni fa si viveva a Thuriae
In un contesto paesaggistico di grande qualità, a pochi chilometri da Gioia del Colle, il sito di Monte Sannace con la sua superficie di 35 ettari è il parco archeologico più esteso della Puglia (https://parcomontesannace.it/).
Il percorso archeologico (oltre 2, 5 km) e quello naturalistico (oltre 3 km), ben attrezzati anche con pannelli didattici, consentono una piacevolissima passeggiata nella storia di un abitato della Peucezia, l'antica Thuriae, e, al tempo stesso, nella natura, tra radure e zone ombreggiate, con alcuni punti di sosta e di osservazione, veri belvedere con viste panoramiche mozzafiato sul vasto comprensorio territoriale. La didattica è molto curata. Nei pressi dell’ingresso Parco archeologico, una Masseria svolge da punto di accoglienza e informazione per i visitatori, con installazioni video, ricostruzioni 3D, immagini e pannelli didattici. Nei pressi è la ricostruzione di una casa antica, che consente al visitatore di apprezzare l’organizzazione degli spazi e il modo di vita in un’abitazione peucezia di oltre duemila anni fa. La casa, ricostruita rispettando le tecniche antiche (basamento di pietre calcaree e elevati in mattoni di argilla cruda, tetto di tegole) riproduce la classica pianta delle abitazioni dell'antica Thuriae con due ambienti collegati da un corridoio e un cortile scoperto. Anche gli arredi, riprodotti sulla base dei documenti archeologici, consentono di apprezzare le forme di vita di una famiglia peucezia.
La visita prevede un percorso lungo il possente circuito murario, molto ben conservato, in alcuni tratti con un’altezza superiore ai 3 metri, che conserva ancora le scalette interne usate dai soldati peucezi per il percorso di ronda nella difesa della città dagli attacchi esterni.
Difesi dalle mura, i quartieri residenziali si sviluppano secondo una maglia urbana alquanto regolare, fissatasi nel corso del IV secolo a.C.: si tratta di una delle porzioni più estese di una città indigena preromana, con ben 5 isolati (insulae) separati da strade, a volte irregolari, in altre perfettamente orientate secondo gli assi cardinali. Ci sono non solo case, ma anche botteghe di artigiani, impianti produttivi: insomma si coglie tutta la vita pulsante di una città peucezia che conobbe momenti di significativa floridezza. Le case hanno estensioni e planimetrie diverse, dalle più semplici di soli due vani alle più complesse case a peristilio, tra cui emerge un esempio posto lungo la cosiddetta “strada della casa ellenistica”, che proprio da essa prende il nome. Anche Thuriae aveva ovviamente una società fortemente articolata, che le abitazioni rispecchiano fedelmente.
Tra le attività produttive, segnalo la produzione dell’olio, documentata dai resti di grosse basi di presse in calcarenite in un edificio di due vani, come hanno confermato anche le analisi gascromatografiche. Gli innumerevoli reperti restituiti dagli scavi forniscono uno spaccato delle varie attività: falcetti in ferro, roncole e zappe parlano delle attività agricole, cesoie da lana e innumerevoli pesi da telaio documentano la tessitura, macine e mortai, grandi contenitori, fornelli e ceramica da cucina illustrano le attività quotidiane della preparazione del cibo. Molti di questi oggetti sono esposti nel Museo Archeologico Nazionale di Gioia del Colle, presso il Castello Normanno-Svevo, che il visitatore farà bene a non perdere.
L’acropoli della città offre una terrazza panoramica dalla quale si può godere una meravigliosa vista sulla città bassa e a perdita d’occhio sul paesaggio circostante. Abitata dal IX a.C. al I d.C. circa, l’acropoli racconta una storia più lunga di quella stratificata nella parte bassa, compresa tra il VI e il III a.C. circa. Durante tutta la sua vita, l’acropoli rappresentò, infatti, il centro politico, economico e sacro della comunità: qui vi sono edifici monumentali del VII-VI secolo a.C., un recinto (temenos) che delimitava la parte più elevata dell’insediamento dove era probabilmente un edificio sacro (purtroppo conservato in prevalenza da tracce in negativo), le case più ‘lussuose’ di tutto l’insediamento (in una si conserva addirittura una stanza con vasca da bagno!).
L’attenzione del visitatore sarà conquistata anche dalle numerose tombe, appartenenti a personaggi di rango, probabilmente gli stessi che sull’acropoli avevano le proprie residenze. Nelle città peucezie, e in genere in quelle della Puglia preromana, infatti, la città dei vivi e la città dei morti convivevano, fino a quando i costumi cambiarono sotto la spinta della romanizzazione.
Nel cuore dell’acropoli si incontrano le cosiddette ‘Grandi Tombe’: sarcofagi monumentali e tombe a semicamera profondamente scavate nel banco roccioso, opere impressionanti anche ai nostri occhi. Tre grandi tombe intonacate e dipinte sono state protette al di sotto di una tettoia: qui colpisce l’uso dei colori giallo, rosso e blu, utilizzati sapientemente per imitare superfici marmoree. Una fascia dipinta propone l’alternanza di piatti da cerimonia (patere) e teste di bue (bucrani), che ricordano gli allestimenti delle cerimonie funebri. Queste tombe, datate all’inizio del III secolo a.C., testimoniano non solo un’economia florida ma anche l’apertura di Monte Sannace a vasti ambienti culturali mediterranei, di cui si può avere conferma dalla grande quantità di ceramiche di tradizione greca, esposte nel museo di Gioia, rinvenute in una capanna dell’acropoli databile al VII secolo a.C.: già allora l’uso conviviale del vino era evidentemente pratica diffusa nell’aristocrazia locale. Nel museo è esposto anche un raro cratere corinzio del Pittore di Memnon (un altro esemplare è al Louvre a Parigi) della metà del VI secolo a.C.
Gestito dalla Direzione museale regionale del MiBACT, il parco è visitabile anche nei fine settimana, con visite guidate, varie attività e laboratori didattici. Durante i mesi estivi, grazie all’illuminazione notturna, sono possibili manifestazioni serali (musica, teatro, osservatorio astronomico, ecc.) che anche quest’estate si spera di poter organizzare.
Non posso concludere questa tappa del nostro viaggio senza ricordare la recentissima pubblicazione di un corposo e importante volume (Monte Sannace-Thuriae. Nuove ricerche e studi, a cura di Angela Ciancio e Paola Palmentola, Edipuglia, Bari 2020) che raccoglie i risultati degli scavi condotti dalla Soprintendenza e dalla Scuola di Specializzazione dell’Università di Bari, che consiglio vivamente di leggere.
Didascalie
1. Veduta aerea del Parco archeologico di Monte Sannace
2. Veduta da drone del quartiere residenziale
3. Ricostruzione 3d di alcune delle abitazioni e di un tratto delle mura di Monte Sannace
4. Le ‘grandi tombe’ aristocratiche
5. Una tomba in corso di scavo con il cantiere didattico dell’Università di Bari
6. Ricostruzione 3d degli edifici arcaici sull’acropoli
Pubblicato in La Repubblica Bari, 27.8.2020, pp. 10-11.
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