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Aru Otoko
Visto Aru Otoko a man di Kei Ishikawa. Presenti in sala regista e alcuni protagonisti. Una storia per certi versi minimalista costruita su scambi di identità. Rie, una giovane donna che gestisce un necoxio di cartoleria, divorziata, con un figlio, conosce un enigmatico ragazzo, appassionato di pittura (produce disegni alquanto naïf) che frequenta il suo negozio e che è attratto da Rie. Inizia una felice relazione, hanno una bimba e il nuovo marito si rivela dolce e affettuoso anche con il figlio del primo matrimonio. Lavora come taglialegna e muore in un incidente. Si scopre che sarebbe figlio di una ricca famiglia di albergatori ma in realtà il fratello dopo il funerale dimostra che non si tratta di lui. Comincia una ricerca al signor X da parte di un avvocato che si appassiona molto all’indagine. Ne emerge una situazione di scambi di identità per sfuggire per diversi motivi a storie familiari. Un film molto centrato sull’identità personale e collettiva, di persone e popoli (frequenti i richiami al nazionalismo giapponese e all’odio per coreani e in genere per gli stranieri): si è quello che indica il tuo nome o la tua carta d’identità o il tuo passaporto o quello che sei con i tuoi comportamenti e le tue scelte di vita? Bel film, non un capolavoro a mio parere, ma interessante. #mostradelcinemadivenezia #aruotoko
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