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Designati CdA e CS del MARTA: auguri di buon lavoro

Con DM del 22.12.2015 il ministro Franceschini ha nominato, tra gli altri, anche i comitato scientifico e il Consiglio di Amministrazione del MARTA, il Museo Archeologico di Taranto, la cui neo direttrice, Eva Degli Innocenti, si è insediata da pochi giorni.

Il CdA, oltre che dalla direttrice, è composto da Silva De Vitis, Roberto Garofali e Danilo Leone. L’organismo, al quale sono affidati compiti assai delicati, come l’adozione dello statuto, l’approvazione della carta dei servizi, del bilancio, degli strumenti di valutazione, ecc., è composto, quindi, da una archeologa free-lance tarantina (un bel segnale per la categoria dei liberi professionisti), da un prestigioso giurista, di origini tarantine, ex magistrato del TAR, ora magistrato al Consiglio di Stato, con un curriculum scientifico di alto profilo, e da un ricercatore di archeologia dell’Università di Foggia, di origini tarantine, con una grande esperienza sia nella ricerca sia nella gestione. Un ottimo CdA, dunque, che certamente potrà svolgere un egregio lavoro insieme alla direttrice Degli Innocenti per una gestione più efficiente e moderna del museo.

IL CS, oltre che dalla direttrice, è costituito da Piero Giovanni Guzzo (designato dal Consiglio Superiore BCP, presieduto da chi scrive), Grazia Semeraro (scelta dal ministro), Vito Labarile (designato dalla Regione Puglia), Alfonso Mele (designato dal Comune di Taranto).

Il CS, quindi, prevede due archeologi di altissimo profilo scientifico, appartenenti a due diverse generazioni, entrambi con una grande competenza sull’archeologia della Magna Grecia, Piero Guzzo, già soprintendente archeologo della Puglia e, a lungo, di Pompei (che il sindaco di Napoli ha designato anche nel CS del locale Museo Archeologico Nazionale), e Grazia Semeraro, tarantina di origine, ordinaria di archeologia classica all’Università del Salento e ora anche Presidente della Consulta Universitaria per l’Archeologia del Mondo Classico. Insieme a loro ci sono due persone che personalmente non conosco e il cui curriculum ho difficoltà a valutare innanzitutto per mancanza o scarsezza di informazioni, anche sul web. Ma la mia ignoranza non toglie nulla, evidentemente, alla loro fama e al loro prestigio scientifico. Da una rapida ricerca ho appreso che Labarile, di origine materana, è ingegnere, appassionato collezionista, amico personale  e consigliere di Emiliano quando era sindaco di Bari, interessato ad un progetto di museo di arte contemporanea al Teatro Margherita, fautore del progetto del Museo demoetnoantropologico di Matera. Quanto a Alfonso Mele, si tratta di un docente di liceo in pensione, presidente della sede tarantina dell’Associazione Italiana di Cultura. Non intendo affatto esprimere giudizi di merito e sono certo che ogni componente saprà offrire un contributo utile, ma, da professore universitario di archeologia da anni impegnato in questa regione, non posso non rammaricarmi nel constatare che Regione e Comune, legittimamente e nel pieno rispetto della loro autonomia – sia ben chiaro -, ma diversamente da quanto hanno fatto in altre regioni, non abbiano inteso avvalersi delle tante straordinarie competenze presenti nelle quattro università pugliesi, nelle quali esistono attive e qualificate realtà archeologiche. Peraltro il DM del dicembre 2014 sui musei, che ha istituito i 20 grandi musei nazionali dotati di autonomia, prevede che i componenti dei Comitati  Scientifici (che, lo ricordo, hanno tra le competenze, il supporto scientifico alla definizione dei programmi annuali del museo, la redazione di relazioni di valutazione del museo, le politiche nei prestiti e nei programmi editoriali, ecc.) siano scelti “tra professori universitari di ruolo attinenti all’ambito disciplinari dell’istituto” [nel caso del Museo di Taranto, evidentemente professori di archeologia] “o esperti di particolare e comprovata qualificazione scientifica e professionale in materia di tutela e valorizzazione dei beni culturali” (D.M. 23.12.2014, art. 12). E, infatti, ad esempio, al Museo Archeologico di Napoli, troviamo Giovanna Greco (ordinario di archeologia classica a UniNa, designata dalla Regione, e Piero Guzzo, designato dal Sindaco), accanto a Carlo Rescigno e Jane Thompson (rispettivamente professore di archeologia alla Seconda Università di Napoli e architetto responsabile dell’Herculaneum Project designati dal CS-BCP e dal ministro), e a Paestum Paolo Peduto (Professore di archeologia medievale all’Università di Salerno, designato dalla Regione) e Claude Pouzadoux (archeologa del CNRS, direttrice del Centre Jean Bérard di Napoli, designata dal Comune) insieme a Angela Pontrandolfo (ordinaria di archeologia classica all’Università di Salerno) e a Salvo Barrano (archeologo, presidente dell’Associazione Nazionale Archeologi), designati dal CS-BCP e dal ministro.

A tutti, in ogni caso, un grande augurio di buon lavoro, per il futuro del MARTA e di tutti i musei italiani, e per il patrimonio culturale della Puglia e del Paese.

 


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