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Le raccomandazioni della Commissione Bronzi di Riace
Nella relazione finale della Commissione per i Bronzi di Riace, oltre a motivare il no sulla base di dati tecnici (è stato depositato un corposo dossier), si avanzano una serie di importanti raccomandazioni, che sono sfuggite a tutti e che invece sono da sottolineare. Eccole riportate:
"La Commissione, pur limitando la propria valutazione esclusivamente agli aspetti tecnico-scientifici, ha ritenuto, però, cogliendo l’opportunità offerta dallo studio di un caso così significativo, di voler porre all’attenzione del Ministro alcuni temi di riflessione.
Pertanto la Commissione:
- Sottolinea la preoccupante debolezza, se non l’assoluta mancanza, di un progetto scientifico e culturale, che sempre dovrebbe essere alla base del prestito e dello spostamento di un’opera d’arte dal luogo originario di conservazione; un solido progetto culturale dovrebbe, infatti, rappresentare l’unica reale motivazione per valutare e affrontare anche i rischi che sempre sono legati ad uno spostamento, che, sempre – anche nelle condizioni di massimo rispetto di procedure tecniche rigorose -, comporta per tutte le opere d’arte uno stress e un acceleratore del processo di degrado.
- Auspica, riprendendo un lavoro già avviato dal Consiglio Superiore per i beni culturali e paesaggistici, l’adozione di linee guida sulle procedure da seguire nel caso di prestiti e trasferimenti di opere d’arte.
- Invoca la definizione da parte di ogni nostro museo d’una lista di opere di particolare rilievo, perché caratterizzanti l’identità stessa del museo, quindi opere che non possono essere concesse in prestito tranne casi assolutamente straordinari, se non unici, quali esposizioni d’assodata rilevanza scientifica o restauri impossibili da eseguirsi in loco, chiarendo che comunque le opere possono stare fuori dal museo solo per periodi limitati.
- Chiede di tassativamente evitare per tutte le opere mobili dei musei (ma non solo) un loro spostamento ripetuto in tempi ravvicinati, perché fondamentale fattore rischio conservativo delle opere.
- Chiede inoltre di tassativamente evitare il prestito per operazioni di discutibile o nulla qualità scientifica.
- Sollecita, infine, l’avvio di un’approfondita riflessione culturale, metodologica e politica sull’attuale situazione del restauro in Italia, a partire dall’assenza di un piano organico di conservazione preventiva e programmata del patrimonio artistico in rapporto all’ambiente; da qui l’urgenza di adottare misure razionali e coerenti per il rilancio di un settore che per decenni ha rappresentato una delle reali eccellenze italiane, ma che è andato progressivamente perdendo quel primato, che pure è possibile, oltre che necessario, riconquistare."
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