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Monterosso e il futuro del turismo
Monterosso a Mare, un posto assai bello, in un contesto paesaggistico splendido, quello delle Cinque Terre. Un paesaggio fragile, sconvolto da vicende drammatiche come l'alluvione e sotto una pressione insostenibile di un turismo eccessivo. Borghi di qualità, oggi con troppi ristoranti, pub, bar, pizzerie, che rischiano di espellere i cittadini residenti. Una pesca in crisi (resistono un paio di pescherecci e anche le mitiche ottime acciughe ormai sono quasi un miraggio per i turisti, come il limoncello. Serve una strategia per rendere più sostenibile e durevole il turismo, e anche più colto, cioè di qualità, che non vuol dire di élite. Un bravo sindaco molto sensibile e tante persone impegnate fanno ben sperare. Ma la chiesa di San Giovanni, splendida, andrebbe salvaguardata dalla pressione delle strutture 'provvisorie' dei ristoranti con i teloni di plastica che impediscono ai muri di respirare; il gigante sul mare, splendida opera scultorea contemporanea in cemento armato ha bisogno di urgenti interventi di restauro e protezione, il centro storico dovrebbe recuperare la presenza di artigiani e di negozi di qualità e non solo delle immancabili cianfrusaglie; il paesaggio montano e costiero va difeso, curato, valorizzato con rispetto. Lo splendido monastero francescano, con l'attivissimo padre Renato, è già un luogo di cultura, di impegno sociale e di spiritualità, ma va sostenuto. Serve insomma un progetto strategico complessivo per il comprensorio delle Cinque Terre. E' un impegno per il MiBACT e altri ministeri (istruzione, ambiente, agricoltura, sviluppo economico, ecc.), per la Regione, per gli Enti Locali e per il Parco, per l'imprenditoria che deve essere pienamente coinvolta, consapevole che lo stesso futuro delle imprese può essere a rischio se si va sulla strada dell'insostenibilità ambientale, paesaggistica e culturale, per gli studiosi e soprattutto della comunità locale. Bisogna cioè costruire e rendere protagonista la 'comunità di patrimonio' delle Cinque Terre.
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