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Siracusa, Ortigia: una meraviglia, ma attenzione a non snaturarla

A Siracusa per la presentazione del libro di Mariarita Sgarlatae anche del mio (a Noto), ne approfitto per una passeggiata a Ortigia, senza un obiettivo (che non sia quello della mia macchina fotografica) e senza una destinazione precisa, girando come capita (non c'è rischio di perdersi), guardando, spiando, fotografando, rivedendo ancora una volta la cattedrale-tempio di Atena (e come poterne fare a meno?) ma anche belle chiese barocche, portali e balconi di splendidi palazzi. Una meraviglia assoluta. Ma non posso anche non notare l'affollamento di ristoranti, bar, pizzerie, pub, alberghi, negozi vari, oggi con pochissimi turisti (e pur sempre il 15 dicembre, anche se il clima non lo fa ricordare) ma che immagino strapieni, affollati, con una densità e una pressione francamente eccessive. In una mozione del Consiglio Superiore BCP a Mantova, capitale italiana della cultura 2016, in un convegno sul futuro delle città d'arte abbiamo voluto dire alcune cose valide anche per Siracusa: "Il paesaggio urbano delle città d’arte è un palinsesto complesso di paesaggi stratificati in continua evoluzione. Serve pertanto una visione d’insieme, contestuale, olistica, sistemica, multidisciplinare, tanto a livello di conoscenza e tutela, quanto a quello di tutela, valorizzazione e pianificazione..."; "Anche i visitatori non sono un’entità indistinta, ma hanno provenienze, culture, sensibilità diverse dovrebbero trovare nelle nostre città la possibilità di conoscere quegli straordinari palinsesti archeologici, artistici, monumentali, paesistici e culturali, che sono la peculiarità del nostro Paese. Il rischio da evitare per le città d’arte è il loro snaturamento, la trasformazione in ‘non luoghi’: un paradosso per luoghi, unici al mondo, così ricchi di valori culturali e di identità. Particolare attenzione andrà posta quindi ai problemi connessi al cambio di destinazione di edifici storici, di esercizi commerciali e artigianali, allo svuotamento dei centri storici dei cittadini residenti, alla moltiplicazione dei B&B e di negozi blockbuster, ecc., cioè alla perdita di identità e di specificità, al turismo di consumo. Il turismo per le città d’arte italiane non può non essere sostenibile, colto, di qualità, il che non significa necessariamente turismo d’élite o ‘di nicchia’.". "I centri storici sono il cuore della città d’arte, nuclei di sistemi assai più complessi e articolati, spazi che devono restare vitali e vivi, capaci di rendere esplicito il senso dei luoghi e dei monumenti, luoghi vissuti, frequentati dai cittadini e dai visitatori, aree adeguatamente dotate di servizi, spazi vitali capaci di contribuire al miglioramento della qualità della vita urbana, luoghi non solo di contemplazione ma anche di comprensione e di emozione, spazi ricchi di valori culturali che favoriscano la socializzazione e la profonda cura di sé". E altro ancora (la si può leggere integralmente: http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/documents/1479128135701_Mozione_CSBCP_12_novembre_2016.pdf).

Per vedere le altre fotografie: https://www.facebook.com/giuliano.volpe.3/media_set?set=a.10211438679712866.1073742018.1538905059&type=3 

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