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Bagnoli vs Gaiola
La bonifica di Bagnoli è cosa buona e giusta. La attendiamo da decenni. Ma un’operazione benemerita può coincidere con il danneggiamento di un paradiso biologico e culturale qual è l’area marina protetta di Gaiola?
Cerchiamo di illustrare i fatti. Il Programma di Risanamento Ambientale e di Rigenerazione Urbana (PRARU), gestito da Invitalia, tra i vari interventi di bonifica dell’area ex Italsider, prevede la realizzazione di un secondo scarico fognario di troppo pieno nel mare di Coroglio (oltre a quello già esistente di Cala Badessa) tra l'Isola di Nisida e la Gaiola. La portata massima oggi è di 100 metri cubi al secondo, mentre con il secondo collettore previsto dal PRARU, si passerà a ben 206 m3/sec, più del doppio. Inoltre, si aumenteranno anche gli scarichi sui fondali della stessa area mediante una nuova condotta sottomarina. Si tratta di un’opera necessaria per evitare problemi assai gravi, come ha precisato il sindaco di Napoli e commissario per Bagnoli, Gaetano Manfredi, che peraltro ha anche competenze tecniche, essendo ingegnere, professore di Tecnica delle costruzioni.
Il problema è che questo impianto finirà per snaturare un tratto di costa assai delicato e di grande rilievo culturale e ambientale, peraltro di recente recuperato e salvato da attività illecite di vario tipo e restituito alla città: l’Area Marina Protetta Parco sommerso di Gaiola (Zona Speciale di Conservazione IT8030041 "Fondali marini di Gaiola e Nisida" della Rete Natura 2000), un vero paradiso marino.
Per chi non ha avuto la possibilità di visitare questa porzione del litorale napoletano posto a poca distanza da Nisida, preciso che si trova nei pressi del Parco Archeologico del Pausilypon, dove sono visibili i resti di un’importante villa romana accessibile attraverso l'impressionante Grotta di Seiano, un traforo di età romana lungo oltre 700 metri. La villa era proprietà nel I secolo a.C. di Publio Vedio Pollione, un ricco e potente cavaliere. Straordinari, anche per il magnifico contesto paesaggistico nel quale è inserito il sito archeologico, sono il Teatro e l'Odeion. Le strutture marittime della villa, una ricca residenza che sfruttava le risorse del mare, sono visibili, a pochi metri di profondità, nel Parco Sommerso di Gaiola, che possiede anche uno straordinario patrimonio biologico, come gli splendidi banchi di Coralligeno (gli unici della costa della città di Napoli) e la Posidonia oceanica, habitat prioritario del Mediterraneo, oggetto di importanti progetti di riforestazione.
Da vari anni qui opera il Centro Studi Interdisciplinare Gaiola onlus, costituito da biologi marini, archeologi subacquei e altri ricercatori, che ha avuto il merito, tra mille difficoltà, di recuperare questo tratto di litorale e di farne un modello di ricerca, monitoraggio biologico e di educazione ambientale, con laboratori, corsi per i bambini e gli adulti, e la sperimentazione di forme di turismo culturale-ambientale sostenibile.
Il nuovo collettore della fogna rischia di vanificare tutti questi sforzi e di mettere a repentaglio la conservazione, la tutela e la valorizzazione di un patrimonio di grandissima qualità.
È per questo che si sono mobilitati, oltre alla stampa, biologi, come il prof. Giovanni Fulvio Russo, ordinario di ecologia marina all'Università Parthenope di Napoli e già Presidente della Società Italiana di Biologia Marina, con una specifica relazione, i Ricercatori della Stazione Zoologica di Napoli, l'Istituto Gestione Fauna, l'Associazione professionale delle Scienze Ambientali, la rete dei siti culturali ExtraMANN, archeologi, e anche tantissimi cittadini e Associazioni ambientaliste per chiedere al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica una modifica del progetto e la ricerca di soluzioni alternative.
Maurizio Simeone, fondatore e Direttore dell'Area Marina Protetta Parco Sommerso di Gaiola fa notare che "da oltre 20 anni Napoli si aspetta che si ponga rimedio a grossolani errori del passato che immisero, in uno dei tratti di mare più preziosi del mondo, gli scarichi di bypass dell'impianto di trattamento fisico delle acque reflue di Coroglio. Perseverare oggi a distanza di 23 anni nel solco di quegli errori sarebbe davvero imperdonabile, anche perché oggi abbiamo tutti gli elementi conoscitivi che la ricerca scientifica ci ha messo a disposizione per permetterci di non fare più passi falsi e soprattutto rimediare a quelli che abbiamo fatto in passato, invece di perseverare. Fa davvero tanto piacere constatare però che rispetto al passato tantissima gente di questa città, e non solo, oggi è pronta a difendere quest'ultimo scrigno di biodiversità e storia del nostro mare".
Da parte sua, Rosalba Giugni, presidente di Marevivo e portavoce delle 16 associazioni in difesa del Parco Sommerso di Gaiola e della ZSC Europea ha affermato: «È nostro dovere istituzionale non ripetere gli errori del passato e cogliere l'opportunità di ripensare e riprogettare integralmente il sistema fognario dell'area occidentale di Napoli, secondo i principi del ciclo integrato delle acque, del Green Deal europeo che prende le mosse dall'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, tenendo conto anche della Nature Restoration Law approvata dall’Ue e non in ultimo della nostra Costituzione". È stata avviata anche una petizione con una raccolta di firme cui hanno aderito finora oltre 6000 persone. Centinaia sono, infine, le osservazioni pervenute al Ministero dell'Ambiente da ricercatori e semplici cittadini.
Ho avuto la possibilità di visitare varie volte questo sito e confesso di esserne rimasto affascinato, tanto da portarlo sempre ad esempio di gestione dal basso del patrimonio culturale e paesaggistico. Non faccio parte delle schiere di quei comitati che si oppongono per principio (spesso con posizioni antiscientifiche) alla realizzazione di ogni opera e non amo gli eccessi di certo fanatismo ecologista o benculturalista. Sono convito che sia sempre possibile cercare soluzioni alternative praticabili. Ho anche piena fiducia nel sindaco di Napoli, che è stato rettore dell’Università Federico II, presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane e anche un ottimo ministro dell’Università e della Ricerca: mi appello pertanto a lui nella certezza che saprà evitare un folle conflitto tra due esigenze altrettanto importanti per la comunità, come la realizzazione di una fogna necessaria per Napoli e la protezione di una delle aree più significative dal punto di vista archeologico, culturale e ambientale
-, Ben venga la bonifica di Bagnoli. Ma non si danneggia un'area marina protetta per costruire una nuova fogna, in Huffington Post 22.8.2024, https://www.huffingtonpost.it/blog/2024/08/22/news/ben_venga_la_bonifica_di_bagnoli_ma_non_si_danneggia_unarea_marina_protetta_per_costruire_una_nuova_fogna-16729625/
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