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Bardo

Una levataccia presto dopo non molte ore di sonno e un’ora di vaporetto, una colazione consumata al volo correndo verso la mostra del cinema per il film che comincia alle 9 ma ne è valsa la pena. Bardo, un mega film diretto da Alejandro G. Iñárritu, un film molto complesso e per la verità anche forse molto,?troppo lungo, tre ore di cinema (ho contato una decina di volte il momento in cui sembrava finisse e poi ripartiva): una storia incentrata su giornalista messicano,,Silverio agama, che lasciato il suo paese per gli USA raggiunge la fama con una serie di documentari e di servizi che gli valgono un prestigioso premio giornalistico a Los Angeles; tornato in Messico, vive un momento di crisi esistenziale. Film onirico e a tratti folle, ricco, anche troppo, di simbologie, di allusioni, di sogni e di incubi, di citazioni; un film a tratti felliniano, densdi temi importanti: il senso della verità e della falsità, il ruolo del giornalismo e il rapporto con i poteri, il rapporto con le origini, le radici, le storie di chi parte e di chi resta e di chi ritorna, il significato della famiglia, il ruolo del padre, le vicende personali incrociate con quelle di un paese ridotto a desaparesidos, il colonialismo, il rapporto con la Spagna e la figura di Cortes, la strage degli indigeni e il nuovo colonialismo americano, le migrazioni dei disperati, il ruolo della religione. Insomma una molteplicità assai complessa di questioni fondamentali che riguardano il senso più profondo della vita. Film importante, di un registra straordinario (fenomenale The Revenant) con un ottimo protagonista e bravi attori, che certamente fa riflettere molto ma che lascia non poche perplessità. Ma certamente da vedere. #mostradelcinemadivenezia #bardo
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