Blog
Belle tesi di laurea, tristi pensieri
Oggi una bella seduta di laurea, con tante tesi di buona/ottima qualità. In particolare quelle della Laurea Magistrale in Archeologia: 6 tesi su argomenti vari, tutte centrate sulla Daunia, dalla Tomba dei Cavalieri di Arpi a Montecorvino, da Salapia all'ager Lucerinus, dalle ville tardoantiche a Canosa, con studi di archeologia dell'architettura, di archeologia digitale, di archeologia dei paesaggi, di storia dell'arte antica. Un paradosso festeggiare gli eccellenti risultati dei nostri allievi, con tanta gente in sala, mentre si è condannata a morte la nostra Laurea Magistrale.
Questa situazione mi ha sollecitato una riflessione. Trovo preoccupanti le scelte strategiche che si stanno attuando e che a mio parere sono autolesioniste. E trovo preoccupante che nessuno le metta in discussione. Si tratta di una 'strategia' che intende puntare soprattutto sulla quantità e non sulla qualità, perché si propone innanzitutto di aumentare il numero degli iscritti: cosa si farà, si privilegeranno le lauree triennali a scapito delle lauree magistrali, che sempre hanno, necessariamente numeri più bassi? Si preferiranno lauree facili, con nomi accattivanti, veri e propri ‘specchietti per le allodole’? (ricordate la moltiplicazione delle lauree in scienze della comunicazione di qualche anno fa?). Un altro obiettivo, formalmente corretto, consiste nella riduzione del numero degli studenti fuori-corso: bene, giusto! Ma come? Rendendo più facili gli esami, regalando voti, abbassando il livello? Non si può negare che sia un rischio concreto, perché se si vuole aumentare il numero degli iscritti vedo difficili altre strade.
Se si farà questo, nel giro di pochi anni l’Università diventerà di serie B o C, una sorta di megaliceo: gli studenti migliori (e anche i docenti migliori) scapperanno via, scegliendo altre sedi. Si tratta di fatto del progetto da anni perseguito da molti, dai grandi Atenei dei Nord e da molti ministri che si sono succeduti, e anche dallo stesso Renzi, come ha recentemente sostenuto parlando al Politecnico di Torino. Una strategia contro la quale ci siamo battuti per anni. Sarebbe ora un paradosso che venga attuata per scelta dal basso e non per imposizione dall’alto. Come si fa a non capirlo? Come si può accettare in silenzio una strategia di questo tipo, come possono farlo gli studenti, soprattutto quelli che non possono permettersi di andare a studiare altrove? (che saranno i più danneggiati: non il pezzo di carta della laurea ma la credibilità dell’Università nella quale si laureano è la loro carta più importante!). Come si fa a non considerare che i successi recenti, la scalata nelle classifiche e anche i maggiori fondi del FFO sono l'esito di scelte di rigore, di qualità, di investimento sulla ricerca (che è strettamente collegata alla qualitàò della didattica)?
Ecco, dopo una bella seduta di laurea, avendo apprezzato gli studi fatti dai nostri allievi (e alcuni di essi saranno anche pubblicati), pensando che non c’è più un Dottorato qui a Foggia al quale possano aspirare e che non c’è più nemmeno la Laurea Magistrale nella quale si sono appena laureati, sono questi i pensieri che si affollano nella mia testa.
Ultimi post
Le assaggiatrici
Ho visto “le assaggiatrici” di Silvio Soldini, che ha aperto il Bifest di Bari che proprio oggi si chiude. Un film interessante, piano, senza picchi...
Fratelli di culla di Alessandro Piva
Ho visto stasera al Galleria, dove è stato presentato dopo il Bifest, Fratelli di Culla, docufilm di Alessandro Piva, che racconta la storia del...
Come mi piacerebbe che sia il nuovo rettore Uniba
Finalmente è stato pubblicato il bando per le candidature per il rettorato di Uniba. Si può, quindi, uscire dalla situazione dei...
Non mandiamoli più via i nostri ricercatori. Cosa ha voluto dirci Elena Cattaneo
Perdiamo intelligenze, passioni, capacità in crescente fuga all’estero, forti di una grande formazione acquisita nelle nostre università,...