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Domenica al museo, gratis si, caos no!
La prima domenica gratis nei musei ha raggiunto un vero e proprio exploit nella rpima domenica di Maggio. Il ponte e il bel tempo sono stati elementi favorevoli, ma è l'epreimento 'domeniche al museo' che sta riscuotendo un successo enorme, meritatissimo. E' stata una delle inziative più efficaci del monistro Franceschini, insieme a tante altre.
Ma ora servono correttivi. Domenica 3 maggio Pompei è andata in tilt, con oltre 35.000 visitaori. E anche altri monumenti e musei, come la Reggia di Caserta o il Colosseo. C'è un probelam di sostenibilità, di controllo, di condizioni minime per garantore una visita gradevole, utile, piacevole.
Bene ha fatto dunque il ministro Franceschini, che anch'io ho sentito su questo tema già domenica 3 maggio, sulla base dei risultati straordinari di quella giornata, a ritenere che sia necessario introdurre correttivi per evitare che le domeniche gratis si trasformassero in un boomerang; lunedì il minstro ha scritto a tutti i responsabili dei poli museali per chiedere informazioni e suggerimenti per controllare i flussi e porre dei tetti; poi sono venute le posizioni di Osanna, con il quale siamo perfettamente d'accordo su tutte le misure relative a Pompei. La scommessa sta anche nel far in modo che i flussi di visiatori si distribuiscano in tutti i musei e siti e non solo su Pompei, Colosseo, Reggia di Caserta o Uffizi. Anche in questo caso Franceschini dimostra equilibrio e saggezza, oltre che determinazione.
Nell'area vesuviana non esiste solo Pompiei e a Pompei non esiste solo via dell'Abbondanza, Casa del Fauno, il cave canem e poco altro; sappiamo bene che nella stessa Popmepi basta uscire dalle vie intasate dai turisti e può capitare di entrare in domus in cui non c'è assolutamente nessuno; anche a questo sta lavorando Massimo Osanna per articolare vari percorsi. Insomma le domeniche gratis, dopo queta prima fase di lancio, andata benissimo, deve ora passare ad una seconda fase, che contribuisca agli Italiani in particolare di conoscere il loro patrimonio diffuso.
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