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FCdA e riorganizzazione del MiBACT

LA FEDERAZIONE DELLE CONSULTE UNIVERSITARIE DI ARCHEOLOGIA
SULLA NUOVA ORGANIZZAZIONE DEL MIBACT PROPOSTA DAL MINISTRO DARIO FRANCESCHINI

A seguito della presentazione del progetto di nuova (ennesima) riorganizzazione del MiBACT da parte del ministro on. Dario Franceschini, la Federazione delle Consulte Universitarie di Archeologia (FCdA), che rappresenta la quasi totalità dei docenti e ricercatori universitari di archeologia italiani, ritiene di dover esprimere un giudizio articolato, comprensivo sia di valutazioni e considerazioni positive su alcuni aspetti della riorganizzazione sia di perplessità e preoccupazioni. 
Il ministro Franceschini ha confermato le Soprintendenze uniche a base territoriale, da lui introdotte, in due passaggi successivi tra il 2014 e il 2016, che anche il ministro Bonisoli non aveva modificato. Pur considerando tale modello maggiormente adeguato per affrontare in maniera contestuale una tutela integrata delle varie componenti del patrimonio culturale (anche se in molte realtà si segnala una svalutazione della tutela del patrimonio archeologico), la FCdA ribadisce, ancora una volta, la posizione già espressa al precedente ministro Bonisoli, nella quale si dichiarava una netta preferenza per Soprintendenze uniche territoriali a base regionale (fatte salve alcune Regioni con particolare complessità e concentrazione di Beni), dirette da dirigenti di livello generale, con una articolazione al loro interno in dipartimenti- aree funzionali (archeologia, architettura, paesaggio, arte, demoetnoantropologia, musei) diretti da dirigenti di livello non generale, con specifiche competenze tecniche, in grado di assumere pienamente ruoli di alta responsabilità. In tale assetto unitario si auspicava di includere all’interno di tali Soprintendenze anche i musei non autonomi, costituendo un settore indipendente ma strettamente correlato con gli altri settori, salvaguardando in tal modo la specificità museale e la costruzione del Sistema Museale Nazionale ma al tempo stesso ricostruendo un rapporto più integrato tra tutela e valorizzazione, risolvendo in tal modo anche problemi relativi a magazzini, archivi, laboratori, ecc. Per tali Soprintendenze uniche la FCdA ha auspicato, inoltre, anche l’attribuzione di un’autonomia amministrativa e organizzativa sul modello dell’attuale Soprintendenza speciale ABAP di Roma.
Al contrario, nella nuova organizzazione si istituiscono sette nuove soprintendenze, frammentando ulteriormente i territori e determinando verosimilmente carenze di personale tecnico e amministrativo. Inoltre, considerata la mancanza al momento di dirigenti, si renderà necessario in una prima fase, che si spera non troppo lunga, il sistematico ricorso agli incarichi ad interim. A tale proposito si considera positivamente la notizia dell’attribuzione al MiBACT di 31 nuove posizioni di dirigente di prima e seconda fascia, che si spera siano utilizzate in particolare per rafforzare la periferia invece di ingigantire ulteriormente un centro già macrocefalo.
Ma al di là del modello, ciò che conta davvero è la sua applicazione, che finora è stata alquanto deludente anche per la mancanza di una formazione specifica nell’affrontare il nuovo mestiere di soprintendente unico o di direttore regionale museale. Per ciò che riguarda l’ambito archeologico, non si può non denunciare una scarsa attenzione alle sue specificità da parte di dirigenti con una formazione in campo architettonico e storico-artistico anche a causa di una scarsa considerazione dei pareri dei funzionari responsabili dell’area archeologica.
Grande interesse suscita la nascita della nuova Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo, che avrà sede a Taranto, una città che merita certamente interventi specifici per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale e per il suo sviluppo. Sono al momento previste due sedi operative a Napoli e Venezia: si suggerisce di articolare maggiormente la rete delle succursali operative anche in altre regioni, in particolare in Lazio-Toscana, Liguria e Sardegna. Con la nuova Soprintendenza del Mare si spera che possa ripartire un settore, quello dell’archeologia subacquea, molto sacrificato nel nostro Paese, che pure ha dato i natali a tale disciplina oltre mezzo secolo fa con l’attività di un pioniere come Nino Lamboglia e che ha avuto e ha tuttora al suo attivo numerosi archeologi subacquei di alto profilo scientifico. Si sottolinea, a tale proposito, che sono numerose le Università nelle quali sono impartiti insegnamenti di archeologia subacquea, sono presenti competenze e strumentazioni e sono attivi specifici progetti di ricerca: si spera, pertanto, che si vogliano mettere in campo proficue e sistematiche collaborazioni con la nuova Soprintendenza, che andrà dotata di dirigenza e personale di altissimo profilo internazionale, oltre che di imbarcazioni, strumentazioni, mezzi e risorse adeguati. Il modello cui guardare è, infatti, quello della DRASM francese. 
Si esprime favore anche per la istituzione di nuovi musei e parchi autonomi, ma si sottolinea la necessità che essi siano diretti da personalità di provata competenza e che trovino maggiori forme di integrazione e collaborazione virtuose con le Soprintendenze e le Direzioni regionali dei Musei. 
Si saluta, inoltre, con favore il ripristino della dirigenza dell’ICA (Istituto Centrale di Archeologia), anche se non si può nascondere una qualche delusione circa le attese che aveva suscitato nella comunità archeologica l’istituzione di tale Istituto.
Si ribadiscono, infine: a) la persistente preoccupazione per i risvolti nel campo del patrimonio culturale legati al progetto autonomistico delle Regioni, Veneto, Lombardia e Emilia Romagna; b) la necessità di tutelare maggiormente il lavoro dei professionisti dei beni culturali anche in relazione alle norme in materia di archeologia preventiva e di appalti; c) la richiesta di apportare modifiche al Codice dei Beni culturali e del Paesaggio in relazione alle ‘concessioni di scavo (artt. 88-89), anche a seguito dell’ultima circolare della DG ABAP su tale materia, che, pur avendo eliminato o ridimensionato alcune precedenti prescrizioni e restrizioni, non ha certamente risolto del tutto i problemi: a tale proposito si fa presente che è rimasta finora inascoltata la richiesta di un incontro con i vertici del MiBACT su questo tema; d) l’invito a sperimentare nuove forme di gestione del patrimonio culturale con il coinvolgimento delle competenze e delle energie presenti nei vari territori e in particolate dei professionisti dei beni culturali; e) l’auspicio a individuare forme di collaborazione sistematica tra MIUR e MiBACT.

La Federazione delle Consulte Universitarie di Archeologia rivolge nuovamente, pertanto, al ministro Franceschini la pressante richiesta di incontro per discutere di questi e di altri aspetti, con la speranza di elaborare una strategia organica tra MiBACT e MIUR, in stretta collaborazione con le altre componenti dell’archeologia italiana, in primis il mondo dei liberi professionisti.


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