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I nuovi 20 direttori dei musei: intervista a La Presse

Intervista di Elisabetta Gramolini ROMA, 18 ago. (LaPresse) - Valorizzare il Sud e trasformare i musei da santuari a luoghi per tutti: sono queste alcune delle sfide che attendono i 20 nuovi direttori dei musei nazionali, nominati oggi dal ministero dei Beni culturali, secondo Giuliano Volpe, presidente del Consiglio superiore dei Beni culturali.

D. - Alcuni dei nuovi direttori sono stranieri. Altri sono molto giovani. Si aspettava così tante novità?
R. - Sono felice dell'innovazione: su 20 nomi solo uno è un funzionario del ministero. Gli altri sono persone nuove, con esperienza internazionale e giovani. Li sentirò a breve. Entro settembre, il Consiglio superiore dei Beni culturali indicherà il membro per ciascuno dei 20 comitati scientifici che verranno creati insieme a ministero, Regioni e Comuni. Nessuno deve infatti dire che i musei sono sganciati dal loro territorio.

D. - Ha avuto modo di conoscerli in passato?
R. - Li conosco perché ho letto i loro contributi. Con alcuni di loro avrò subito a che fare. Per esempio con la neo direttrice del museo archeologico di Taranto (Eva Degl'Innocenti, ndr) dovrò collaborare fin da subito. A metà settembre infatti presenteremo un progetto importante per il museo. Sono convinto che una testa nuova possa essere utile anche a coloro che da decenni lavorano nella stessa struttura.

D. - Da che parte si schiera, fra chi plaude alla scelta di affidare sette musei italiani ad altrettanti direttori stranieri o fra chi la critica?
R. - E' un segnale di cambiamento. Non cadiamo nel provincialismo di chi pensa che l'estero sia sempre meglio o al contrario di chi chiude le barriere. Ci deve essere apertura, scambio e visione globale.

D. - E' stata rispettata la parità di genere. Lo considera un passo importante?
R. - Sono sincero, non l'avevo notato. Ma ormai la parità di genere nel campo dei beni culturali la do per scontata. Per fortuna, infatti, non c'è un problema di presenza femminile nel settore. Si tratta di persone di altissimo profilo selezionate non per il genere ma per le competenze, anche se la scelta politica mi sembra chiara.

D. - Quale sfida attende secondo lei i nuovi direttori?
R. - Trasformare i musei - anche i più prestigiosi - da santuari a luoghi aperti a tutti. Luoghi in cui nessuno si sente escluso o a disagio, dove non si entra per pregare, ma per il piacere di capire. E' una sfida importante che mira ad avvicinare all'arte tutti, anche chi non ha la nostra stessa cultura. C'è da fare un lavoro enorme.

D. - Un obiettivo potrebbe essere superare il numero dei visitatori del Louvre ad esempio alla Galleria degli Uffizi?
R. - Non è possibile fare un paragone perché noi in Italia non abbiamo un mega museo come il Louvre. Ma aldilà del caso specifico, è inconcepibile che siamo stati spodestati da altre nazioni per il record di visitatori. Ci siamo cullati per anni sull'idea che tanto i turisti sarebbero capitati in Italia comunque perché bella e abbiamo perso posizioni, superati da Paesi con patrimoni culturali di gran lunga inferiori al nostro.

D. - Quale fra i 20 musei con nuovo vertice merita una maggiore attenzione?
R. - Da uomo del Sud, vorrei che tutti i musei del Meridione venissero valorizzati. Penso in particolare a quello di Reggio Calabria, che è in una posizione difficile, inserito in una realtà complessa, che mi piacerebbe diventasse un museo di grande valore internazionale. Sono sicuro che chi si troverà a dirigere un museo del Sud, anche se proveniente dal Nord o da un altro Paese, lavorerà benissimo. E, a dirlo, è un meridionale.

D. - Ai nuovi direttori cosa direbbe oggi?
R. - Di non sentirsi soli. Sarebbe un grave segnale se si sentissero un corpo estraneo. E' un rischio che si corre quando si entra a fare parte di un organismo già consolidato come il ministero, dove potrebbe esserci un rigetto nei confronti di persone che vengono da esperienze internazionali. Penso alle polemiche che ci sono state quando fu nominato per il sito di Pompei il sovrintendente Massimo Osonna. Con il tempo, però, si è dimostrata una scelta felice. Mi auguro e farò di tutto perché i nuovi direttori vengano ben accolti.

meg/gp


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