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Inaugurazione dell'Auditorium Santa Chiara: il mio intervento introduttivo

Onorevole Sottosegretario di Stati al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Ilaria Borletti Buitoni,
Assessore Angela Barbanente, Vicepresidente di Confindustria Alessandro Laterza, Sindaco di Foggia Gianni Mongelli, Commissario Straordinario della Provincia di Foggia Fabio Costantini,

Cari soci della Fondazione Apulia felix
autorità civili e militari, cari cittadini

è per me e per tutti i soci della Fondazione un grande onore ed anche una vera gioia avervi qui, nell’Auditorium Santa Chiara, che oggi inauguriamo.

È per noi tutti, però, un momento anche di grande tristezza e di dolore per la nuova tragedia che ha colpito la città di Foggia con l’esplosione di via De Amicis e la morte di una giovane coppia, Giusy Fiore e Nicola Veneziano e il ferimento di quattro persone, tra cui il piccolo Salvatore. Abbiamo deciso di tenere ugualmente la nostra cerimonia, che dedichiamo alle vittime, anche per sottolineare la necessità di una reazione, a partire dalla cultura.

Invito tutti ad un minuto di silenzio.

 

È questo l’esito di un progetto strategico della nostra Fondazione, al quale lavoriamo da molto tempo, fin dalla sua istituzione due anni fa. Fu subito intenzione dei soci individuare una sede importante nella quale poter svolgere non solo alcune attività della Fondazione ma soprattutto realizzare un luogo di aggregazione sociale, di produzione culturale e artistica, di rinascita del centro storico e dell’intera città. Individuammo immediatamente l’ex chiesa di Santa Chiara, ristrutturata dal Comune di Foggia nel 2009 ma rimasta largamente sottoutilizzata a causa dei problemi acustici e della mancanza di adeguati strumenti di gestione. [DIA 3] Ringrazio, a nome dei soci, il sindaco Gianni Mongelli per aver subito sostenuto la nostra proposta di farci carico dei lavori di adeguamento e sistemazione e della gestione di questo splendido monumento e sono particolarmente felice che oggi sia lui, qui con noi, in uno degli ultimi atti del suo mandato, ad inaugurare l’auditorium. Credo che per un sindaco, che si è molto speso e sacrificato per la città, in maniera silenziosa, possa costituire una soddisfazione lasciare anche questa eredità, che mi auguro sappia essere raccolta e valorizzata da chi lo sostituirà tra pochi giorni e al quale facciamo gli auguri di buon lavoro (mi fa piacere che siano presenti entrambi i candidati Franco Landella e Augusto Marasco). Mi auguro, infatti, che si non assista anche in questo caso alla triste pratica, tipicamente italica, della distruzione dei progetti realizzati o avviati dal predecessore, sul quale normalmente si scaricano anche tutte le responsabilità, spesso per mascherare proprie incapacità o deficit di idee.

Con questa iniziativa vorremmo sottolineare la centralità delle politiche culturali nella vita di una città e di una comunità, la necessità di procedere sulla strada del recupero e della riqualificazione del centro storico e di monumenti spesso da anni abbandonati e in stato di degrado. Solo le città belle hanno un futuro! Un ambiente gradevole, uno spazio elegante, un luogo bello rendono migliori i cittadini. E solo rendendo più bella la città si potranno avere cittadini che la rispettano e la tutelano.

I lavori effettuati in pochi mesi hanno consistito nell’adeguamento degli impianti elettrici, [DIA 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13] idrici, di climatizzazione, nel rivestimento delle pareti e del pavimento con materiali fonoassorbenti, nei tendaggi, nell’ampliamento del palco, nell’installazione di strumenti audio e video di qualità, negli arredi e in tanti altri interventi di sistemazione. Il costo complessivo delle opere, realizzate in economia, con rapporti diretti con i vari fornitori e tecnici, seguendo i lavori personalmente e quotidianamente come se si trattasse della propria abitazione (come dovrebbe essere consuetudine anche nelle opere pubbliche), ammonta a oltre 150.000 euro, a totale carico della Fondazione. Una somma che, verosimilmente- è triste dirlo - sarebbe più che quadruplicata nel caso di lavori pubblici.

Santa Chiara è un tassello importante di un progetto al quale lavoriamo in tanti da anni e che mi ha visto impegnato anche come Rettore dell’Università di Foggia con la scelta di recuperare le due palestre ex GIL [DIA 14, 15] e in particolare con la ristrutturazione del Convento di Santa Caterina-ex ospedali di Foggia [DIA 16], oggi bellissima sede del Dipartimento di Studi Umanistici [DIA 17], inaugurata lo scorso settembre alla presenza dell’allora ministro on. Massimo Bray [DIA 18] in occasione della prima delle due giornate su Patrimoni culturali e i paesaggi di Puglia e d’Italia tra conservazione e innovazione, il cui volume non a caso oggi presentiamo. E non è un caso che oggi sia nostra ospite d’onore nella tavola rotonda che farà seguito, insieme al vicepresidente di Confindustria Alessandro Laterza e all’assessore regionale Angela Barbanente, il Sottosegretario Ilaria Borletti Buitoni, che a quelle giornate, a causa di un cambio di data, non poté partecipare: la ringraziamo molto per aver accolto il nostro invito a venire a Foggia oggi a parlarci di politica dei beni culturali.

La città ha bisogno di interventi di recupero, riqualificazione, rifunzionalizzazione di tanti luoghi ed edifici, ad opera degli enti pubblici ma anche dei privati.  Per questo – lasciatemelo dire – ho accolto con dolore l’eventuale decisione di rinunciare all’acquisto e al recupero della Caserma Miale [DIA 19]: trovo che sia un errore gravissimo sia per l’Università sia per la città, alla cui comunità quello straordinario monumento andrebbe consegnato; non posso anche nascondere il mio rammarico nel riscontrare il quasi totale silenzio e disinteresse con cui questa decisione sbagliata è stata assunta [DIA 20]. Se è l’Università a fare la scelta di privilegiare il recupero di monumenti storici, chi mai dovrebbe farle? Anche con questi progetti si danno segnali di cambiamento e di vera innovazione.

Ma torniamo a Via Arpi [DIA 21]: essa rappresenta l’asse principale del centro storico, costituisce la spina dorsale della storia e della memoria di questa città [DIA 22]. Lungo di essa [DIA 23] si dislocano importanti istituzioni culturali, come il Museo Civico [DIA 24], il Conservatorio [DIA 25], la scuola Santa Chiara [DIA 26] con la sua bella corte sede di tante manifestazioni, la Fondazione Banca del Monte [DIA 27], il Museo del Territorio, il Dipartimento di Studi Umanistici [DIA 28, 29] e altre strutture dell’Università, oltre ad associazioni culturali.  Ed ora questo Auditorium che ambisce a diventare uno dei luoghi più attivi e vivaci non solo per la cultura e le arti, ma anche e soprattutto per il confronto delle idee e la produzione di progetti. Se vogliamo che via Arpi diventi realmente la strada della cultura e delle arti – e ora ci sono tutte le condizioni perché possa esserlo - non può continuare ad essere un’arteria trafficatissima [DIA 30], dominata da automobili parcheggiate dappertutto [DIA 31]. La pedonalizzazione di via Arpi non può più essere rinviata, anche a vantaggio delle attività commerciali presenti, danneggiate da questa visione arcaica e anacronistica che stabilisce un’equazione tra commercio e traffico veicolare. Com’è noto la cultura in una città non si identifica solo con le manifestazioni o gli eventi estivi, ma dovrebbe rappresentare l’asse strategico dello sviluppo di una città, dovrebbe indirizzare tutte le scelte politiche, da quelle urbanistiche a quelle socio-economiche. È questo un appello che rivolgiamo al futuro sindaco.

Ci auguriamo anche che Piazza Santa Chiara resti pulita e sgombra di automobili anche nei prossimi giorni e non solo in occasione di questa cerimonia. In caso contrario anche questo luogo rischierebbe di vedere vanificate le sue potenzialità.

Una dimostrazione di tali potenzialità è fornita dal ciclo di manifestazioni ‘Cultura felix’ [DIA 32], che la Fondazione ha organizzato e che donerà ai cittadini nella settimana successiva a questa inaugurazione: conferenze, presentazione di libri, teatro, musica classica, jazz, popolare, spettacoli per bambini, performance. Il prossimo 20 giugno, in collaborazione con la Camera di Commercio e Confcommercio, terremo una tavola rotonda dedicata al turismo, con la partecipazione del Sottosegretario di Stato Francesca Barracciu e dell’assessore regionale Silvia Godelli. È solo un piccolo assaggio delle tante iniziative che si potranno realizzare.

Apulia felix è nata solo due anni fa per iniziativa di un gruppo di imprenditori: fra poco il vicepresidente Sannella illustrerà i motivi della loro scelta, che io considero per più versi ‘rivoluzionaria’ in questo contesto  [DIA 33, 34, 35, 36, 37, 38, 39, 40, 41, 42, 43, 44, 45]. Il fatto che in una città del Sud, in un territorio che ha tante potenzialità ma che è frenato da non poche difficoltà, alcuni imprenditori mettano a disposizione proprie risorse per sostenere attività culturali, formative, scientifiche, di utilità sociale, fa piazza pulita in un colpo di tanti stereotipi legati ad una visione di un Sud abituato e rassegnato solo a chiedere, ad elemosinare, a lamentarsi, ad autoassolvere i propri errori e ad autocommiserarsi. Noi vogliamo un Sud diverso.

Il logo della nostra Fondazione [DIA 46] è emblematico anche il tal senso. È una freccia del Nord, tratta da una delle carte di Foggia della Dogana delle Pecore: una freccia che però abbiamo orientato a SE: la direzione che costituisce un riferimento per la Fondazione. La stessa denominazione indica esplicitamente un ambito territoriale privilegiato, l’Apulia, con un richiamo ad una precisa configurazione geografica, quella di età romana e tardoantica, corrispondente all’antica Daunia, cioè all’attuale Puglia centro-settentrionale e a porzioni delle vicine Basilicata e Molise. Significativo è anche l’aggettivo felix, nel senso di fecondo, che dà frutto, tanto materiale quanto immateriale, capace cioè di creare una connessione tra conoscenza, bellezza ed economia, a esclusivo vantaggio della civitas.

Proprio perché la Fondazione nasce dall’iniziativa di imprenditori, nelle varie attività che promuoveremo si cercherà di favorire la nascita di piccole imprese giovanili, di creare occasioni di lavoro, di valorizzare le capacità e l’impegno dei giovani.

In questa città e in questo territorio, ma più in generale nel nostro Paese, ci sono persone che costruiscono realtà positive, che si dedicano alla ideazione e alla concreta realizzazione di progetti non effimeri, che hanno il coraggio del cambiamento. C’è anche chi distrugge, chi ama demolire quanto costruito dagli altri, chi dedica il proprio tempo e le proprie energie non a dimostrare cosa è in grado di fare ma ad impedire che altri facciano. È evidente che la Fondazione AF è fatta da persone appartenenti alla prima categoria.

Si elimina anche uno stereotipo ideologico relativo al privato. In questo caso è il privato che sostiene il pubblico, che opera per il bene comune. Qualche giorno fa è stato approvato dal Governo un decreto assai importante e innovativo – ne parleremo, credo, fra poco - che prevede tra l’altro significativi crediti d’imposta per investimenti in cultura da parte dei privati. La Fondazione AF rappresenta un caso di mecenatismo sviluppatosi ben prima di questo decreto, che tutti ci auguriamo possa stimolare molti altri imprenditori, professionisti, semplici cittadini a sostenere restauri, recuperi, attività di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, stimolando il mecenatismo in maniera efficace e anche laica, contro ogni visione tutta ideologica del rapporto pubblico-privato in questo campo. E, come potete immaginare, è per me motivo di orgoglio, anche sotto questo profilo, quanto sta realizzando questa Fondazione, ora che ho anche l’onore di ricoprire la carica di Presidente del Consiglio Superiore per i BCP, grazie alla fiducia del ministro Dario Franceschini.

Mi fermo qui, rinviando ad un intervento successivo, nella tavola rotonda, alcune considerazioni sui beni culturali e paesaggistici.

Non posso e non voglio però rinunciare ad alcuni ringraziamenti, per nulla rituali e retorici, ma sinceri e assai sentiti: al sindaco Mongelli e con lui all’assessore Pippo Cavaliere, al consigliere Peppino D’Urso e alla dirigente Gloria Fazia che in vario modo hanno sostenuto questa operazione. Un grazie di cuore a S.E. l’Arcivescovo Francesco Pio Tamburrino per aver dato il suo benestare all’affidamento di Santa Chiara, che sarà ovviamente anche a disposizione del Comune e della Curia. Un grazie a tutti i fornitori, i tecnici e gli operai che hanno lavorato alla sistemazione della struttura, al progettista arch. Michele Stasolla, a Ermanno Loco che ha curato gli impianti audio-video, a Mauro Palma, e in particolare a Giovanni De Venuto, mio stretto collaboratore anche in campo archeologico e segretario della Fondazione per l’impegno e la passione con cui ha seguito personalmente, quotidianamente, anche tutti questi lavori. Un grazie, infine, soprattutto ai soci della Fondazione, in particolare a Fedele e Franco Sannella, Giacomo Mescia, Gerardo Ramundo, Armandino Russo, Marcello Salvatori, per aver creduto in questa scommessa e in questo progetto, che stanno sostenendo con generosità e lungimiranza. Grazie anche per l’amicizia e la stima che mi dimostrano.

Il progetto della Fondazione Apulia felix rappresenta un segnale forte per Foggia, la Capitanata, il Sud: ci auguriamo che venga pienamente colto e che la sua forza si
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