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La sinistra che non sa parlare di cose popolari

Si è conclusa la campagna elettorale e i risultati sono stati per più versi imprevedibili e imprevisti da politici, sondaggisti, giornalisti. Anche da chi scrive. Personalmente prevedevo un risultato importante per Grillo e il Movimento 5 Stelle, pari a quello effettivamente ricevuto. L’avevo percepito parlando con la gente, con i giovani, anche con persone da sempre orientate a sinistra. È un voto di disperazione, di rifiuto, di disgusto, ma anche di speranza. Personalmente ritengo che si tratti di una speranza priva di sbocchi, fondata più su una prospettiva distruttiva che costruttiva, e troppo ancorata, ancora una volta pericolosamente, su un’entità salvifica e capace di purificare il mondo, assai poco democratica. Altre volte, nella storia recente, si sono verificate situazioni analoghe, tra crisi profonde sociali ed economiche, disoccupazione a livelli inaccetabili, mancanza di prospettive future, disgusto per una classe dirigente incapace e corrotta. Ci si è affidati a chi prometteva cambiamenti epocali e ci si è trovati, nell’incapacità generale – anche della sinistra di allora - di comprendere cosa stesse succedendo, in regimi totalitari e in guerre. Non sono così rozzo e schematico da equiparare situazioni diversissime (la storia non si ripete mai nello stesso modo e l’insegnamento che bisogna saper trarre dai fatti del passato consiste soprattutto nel cogliere le differenze rispetto al presente) ma sarebbe certamente irresponsabile sottovalutare i rischi della situazione attuale. Basterebbe guardare a cosa sta succedendo in Grecia. Le ragioni, le critiche la rabbia, lo sdegno espressi da chi ha votato M5S sono fondate e comprensibili, ma Grillo rappresenta il termometro di un malessere, non certo la medicina. È responsabilità dei partiti, compreso quello per il quale sono stato candidato (anche in considerazione del forte travaso di consensi, anche da sinistra, che soprattutto in Puglia si è realizzato, tra i giovani e i meno giovani), comprendere, prima che sia troppo tardi, il senso profondo di quelle motivazione e sapere offrire rispose credibili e nuove.

Abbiamo tutti sottovalutato la capacità di ripresa di Berlusconi e del centrodestra, che, dopo un anno ‘sabbatico’ garantito al governo Monti, che ha fatto dimenticare rapidamente tutte le sue responsabilità nella produzione della crisi che viviamo, ricorrendo ai soliti strumenti populistici e demagogici e grazie ad una forza comunicativa e mediatica impressionante, ha saputo ancora una volta parlare alla pancia e al portafoglio della gente, ai suoi bisogni primordiali.

La sinistra dovrà saper tornare a parlare di cose semplici, popolari, serie, abbandonando intellettualismi cerebrali e soprattutto sapendo presentarsi come una vera alternativa, una reale novità, libera da ogni gioco di potere, da politicismi e da un’immagine di mera conservazione, con una classe dirigente nuova, libera, pulita, capace.

Per quel che mi riguarda personalmente, come ho già precisato in una mia nota di commento, non nascondo la delusione per il risultato del centrosinistra e la preoccupazione per il futuro immediato del Paese. Sono sinceramente felice per l’ingresso in Parlamento di Sinistra Ecologia e Libertà, che certamente farà di tutto per rappresentare le istanze della sinistra, e per l’elezione di molte persone competenti, preparate e impegnate, alcune delle quali ho apprezzato nel corso della campagna, a livello nazionale e pugliese. A tutti loro va il mio più affettuoso augurio di buon lavoro.

In Capitanata mi sembra sia stato, di fatto, bloccato, anche per colpa di questa assurda ed iniqua legge elettorale, qualsiasi tentativo reale di cambiamento nella rappresentanza parlamentare, in tutti i partiti. Non dovrebbero esserci, quindi, grandi novità per questo territorio.

Non nascondo, in particolare, la delusione per la mia mancata elezione. Mi sono impegnato molto in questa campagna elettorale, portando nel dibattito, tra mille difficoltà, i temi a me più cari della Scuola e dell’Università, della ricerca e dell’innovazione, della cultura e dei beni culturali e paesaggistici. Non è bastato. Sono convinto che avrei potuto e, credo, saputo realizzare molte cose positive.

Sono molto grato ai tanti elettori che hanno votato SEL, che in Puglia ha avuto un risultato discreto, sia pur inferiore alle aspettative, anche in territori come la Capitanata, dove non era affatto scontato, anche per via di un diffuso scontento – poco importa se giustificato o meno - nei confronti di Vendola e del governo regionale. Ringrazio in particolare quanti – e credo non siano pochi - hanno votato per la stima e la considerazione nei miei confronti e che mi hanno dimostrato in vari modi una convinta adesione. Un grazie di cuore a quanti hanno sostenuto concretamente, con molto impegno e con enorme generosità, la mia campagna elettorale, tanto faticosa quanto entusiasmante.

Ho già detto nel mio precedente intervento che ho trovato, percorrendo il territorio, situazioni diversificate, alcune anche molto preoccupanti; ma ho intercettato anche tante energie giovanili, tante capacità, tante forti volontà di impegno, tanti desideri di non rassegnarsi e di reagire.

Tra i numerosi messaggi di solidarietà che ho ricevuto in queste ore, riporto quello di una cara amica, che mi ha ricordato la frase pronunciata da non ricordo chi: "non importa quante volte uno prende una batosta, ma quante volte si rialza". Io sono nuovamente in piedi, sono e resto un ‘militante’, sia come archeologo, sia come rettore, sia come politico.

Anche per questo motivo, nonostante la delusione, confermo pienamente la mia volontà a continuare, oltre al mio amato lavoro di docente, di ricercatore e di archeologo, l’impegno culturale, civile e politico: oggi più che mai penso che ci sia bisogno di impegno, anche per arginare le pericolose derive populistiche, demagogiche e irrazionali e in alternativa alle soluzioni liberiste che hanno portato il nostro paese nell’attuale situazione di grave crisi economica e sociale, lavorando alla prospettiva di una sinistra aperta, inclusiva, innovativa, realmente capace di rappresentare il cambiamento, sia a Foggia, in Capitanata e in Puglia sia in Italia e in Europa.

Articolo pubblicato in L'Attacco, 28.2.2013
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