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Polemiche strumentali sul Foro della Pace
Sta provocando alcune polemiche l’intervento di anastilosi (cioè di ricomposizione ed elevazione) delle colonne del Foro della Pace in corso di realizzazione a cura della Sovrintendenza Comunale di Roma. Le critiche nel campo del restauro archeologico sono sempre legittime e degne di rispetto. Ma in questo caso appaiono alquanto ingiustificate.
Si è denunciato l’uso del cemento armato. Il cemento - ha precisato il sovrintendente Claudio Parisi Presicce - «in realtà c’è dalla fine degli anni Novanta, quando fu realizzato lo scavo. Noi siamo intervenuti per toglierlo e ripristinare le basi che dovranno accogliere plinti di acciaio inossidabile, progettati appositamente, per sostenere le colonne». Sono state adottate soluzioni perfettamente reversibili e rispettose delle norme antisismiche. Come sempre in questi casi (anche per le sculture), all’interno delle colonne è stato inserito un elemento di rinforzo, necessario per tenere insieme i vari frammenti, oltre alle normali integrazioni. Un intervento opportuno sia per la conservazione (le colonne a terra subiscono maggiormente i danni degli agenti atmosferici), sia per una migliore comprensione del complesso monumentale da parte dei cittadini e dei visitatori.
Polemiche strumentali dunque! In realtà appare evidente che, dietro le notazioni tecniche (e i soliti conflitti progettisti), si voglia colpire l’anastilosi in sé, una procedura diffusa dappertutto nel mondo da oltre un secolo: basti visitare Efeso.
È anche il segno di un ritardo culturale e di un certo provincialismo di chi, con una visione elitaria, preferisce la contemplazione di ruderi a monumenti più comprensibili a tutti.
L’intervento al Foro della Pace è in linea con la nuova visione proposta dalla Commissione paritetica MiBACT-Roma Capitale, insieme a molte altre iniziative, come l’anastilosi al Foro di Traiano o la ricostruzione dell’arena del Colosseo.
Ma c’è chi preferisce l’immobilismo e non vuole che altri facciano.
Si cerca di avviare, tra mille difficoltà, una nuova stagione, con un rapporto di collaborazione tra Ministero e Comune, grazie alla sottoscrizione di uno storico accordo di valorizzazione e alla prossima creazione del Consorzio Fori di Roma per una migliore gestione dell’area archeologica centrale. Ponendo fine a un lungo periodo di sovrapposizione e conflitti di competenze.
Che non sia questo l’obiettivo reale delle polemiche più che l’anastilosi delle belle colonne di granito rosa del Foro della Pace?
Articolo pubblicato in L'Unità, domenica 12 luglio 2015, p. 19.Ultimi post
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