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Sgarbi e i bronzi

Ho visto che Sgarbi mi ha nuovamente attaccato con violenza e la sua consueta volgarità a Virus giovedì scorso. Trovo scandaloso che Porro consenta di insultare una persona, che peraltro occupa anche una carica istituzionale, senza prevedere il normale diritto di replica, ascoltando le ragioni della persona offesa per ben due volte nella sua trasmissione. Questo sarebbe giornalismo? È Sgarbi sarebbe uno 'studioso'? Uno che attacca e insulta per accrescere il proprio cachet, che parla di 'bellezza' esprimendo solo volgarità, e al quale solo un paese come l'Italia, drogato dai parolai, dà credito?

Quanto alla domanda che mi rivolge: è sufficiente leggere la relazione votata all'unanimità dalla Commissionte tecnico-scientifica, composta da importanti specialisti e dare un'occhiata alla corposa documentazione allegata, depositata presso il MiBACT.
Sgarbi porta come esempio il Satiro Danzante rinvenuto a Mazara del Vallo, che è stato inviato in giro in varie esposizioni, dimenticando di dire che dai quei tours la statua è tornata molto danneggiata!
Per la mostra di Firenze non è stata costituita alcuna commissione, e non si è potuto esprimere né il Comitato Tecnico-Scientifico dell'Archeologia né il Consiglio Superiore, che non si sono ancora insediati, ma le autorizzazioni sono state concesse dalla Direzione Generale Archeologia che avrà evidentemente valutato che non ci sono rischi (speriamo); in questo caso dunque non posso offrore alcun elemento di valutazione. Io e la Commissione rispondiamo solo dei Bronzi di Riace per i quali abbiamo ricevuto un preciso mandato e un preciso quesito.

Per completezza di informazione, riporto il testo della relazione finale della Commissione, disponibile anche sul sito web del MiBACT:

Commissione di studio per verificare la trasportabilità delle statue bronzee ‘A’ e ‘B’, note come Bronzi di Riace, conservate presso il Museo archeologico Nazionale di Reggio Calabria.

Relazione finale

 

Con Decreto Ministeriale dell’8 settembre 2014, il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, on. Dario Franceschini, in seguito alla formale richiesta di prestito pervenuta dalla Regione Lombardia relativa alla possibilità di esporre le sculture, note come Bronzi di Riace, in occasione dell’Expo Universale di Milano, ha istituito una commissione scientifica per verificare la trasportabilità delle due sculture in bronzo del V secolo a.C., conservate presso il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria.

 

La commissione, investita di competenza esclusivamente scientifica, ha avuto «il compito di stabilire se, ed eventualmente a quali condizioni, le statue siano trasportabili senza pregiudizio alcuno per la loro integrità e conservazione» (art. 3, DM 8.9.2014).

La commissione è stata composta da:

  • prof. Giuliano Volpe, ordinario di archeologia all’Università di Foggia, presidente;
  • dott.ssa Simonetta Bonomi, soprintendente per i beni archeologici della Calabria;
  • arch. Gisella Capponi, direttore dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro;
  • dott. Gerardo De Canio, responsabile del Laboratorio dell’unità tecnica “Tecnologia dei materiali” dell’ENEA;
  • dott. Stefano De Caro, direttore dell’ICCROM;
  • dott. Daniele Malfitana, direttore dell’Istituto per i beni archeologici e monumentali del CNR;
  • prof. Bruno Zanardi, associato di teoria e tecnica del restauro all’Università di Urbino.

 

Dopo aver raccolto preliminarmente tutta la documentazione disponibile sui restauri effettuati nel corso degli anni, a partire dalla scoperta delle due sculture effettuata nel 1972 nelle acque di Riace, (documentazione messa a disposizione e condivisa dai commissari in una specifica cartella del sistema informativo del MiBACT), la Commissione si è riunita in seduta plenaria in due occasioni presso la sede del Ministero, al Collegio Romano. Durante tutta la durata dei lavori, inoltre, sono stati tenuti costanti contatti telematici tra i commissari in modo da condividere documenti, analisi e osservazioni critiche.

Nel corso delle due riunioni sono state tenute ampie relazioni tecniche, poste alla base delle valutazioni svolte dalla Commissione (vd. verbali allegati).

Nella riunione del 17 settembre, la soprintendente Bonomi ha riepilogato le varie vicende dei restauri e in particolare si è soffermata sulle accurate misure di conservazione ora adottare presso il Museo di Reggio Calabria per garantire condizioni ottimali di umidità, temperatura, controllo delle polveri, rischio sismico, etc.; il direttore dell’ISCR Capponi ha riepilogato la storia dei recenti restauri, i risultati delle tante analisi condotte, e ha presentato il quadro delle attuali condizioni di conservazione delle due sculture; il responsabile del Laboratorio di ‘Tecnologia dei materiali’ dell’ENEA De Canio si è soffermato in maniera dettagliata sulle innovative soluzioni tecniche adottate in occasione del recente trasporto dalla sede della Regione Calabria, Palazzo Campanella, dove si è svolto l’ultimo intervento di restauro, al Museo Archeologico.

 

Nella riunione del 2 ottobre si sono tenute due audizioni. Una del prof. Mario Micheli, associato di Storia e tecnica del restauro all’Università di Roma3 e autore (con altri colleghi) del secondo restauro subito dai Bronzi di Riace dal loro ritrovamento nel 1972 a oggi: 1975-1980 / 1992-1995 / 2009-2013. L’altra del dott. Guy Devreux, conservatore presso i Musei Vaticani.

Il prof. Micheli ha illustrato le molte e differenti indagini scientifiche condotte sui Bronzi nei diversi restauri, da quelle relative agli esiti di invasivi micro-carotaggi, alle gammagrafie, radiografie, eccetera, indagini che hanno evidenziato l’esistenza di vari problemi conservativi nelle sculture. La presenza al loro interno di numerose e diffuse micro-fessure (cavillature), peraltro queste in gran parte “danni normali” perché inevitabile esito della fase di ritiro del bronzo durante il raffreddamento della fusione. Problemi di tenuta delle saldature antiche. O ancora, la ‘fragilità’ assunta dal bronzo per l’asportazione della terra di fusione originariamente lasciata all’interno delle sculture. Asportazione resa necessaria dal dover eliminare, con la terra, i cloruri che si sono inevitabilmente mescolati a quella durante la bimillenaria permanenza delle statue in fondali marini, asportazione che ha causato un indebolimento della tenuta strutturale del “sistema statua” e che ha inoltre comportato una riduzione dell’inerzia termica delle sculture, quindi una potenziale maggior facilità del formarsi di fenomeni d’umidità di condensazione sul bronzo, in conseguenza una altrettanto potenziale facilità del formarsi di attacchi corrosivi da parte dei coluri non del tutto passivizzati con il Tdc durante i restauri.

Il dott. Devreux ha invece illustrato le innovative procedure seguite per il recente trasporto della statua di Augusto di Prima Porta, prima alle Scuderie del Quirinale, poi a Parigi, trasporto conclusosi con esiti molto positivi. I problemi posti dal dover trasportare su strada e per ca. 1500 km una statua di marmo policromo e del peso di 1 tonnellata, hanno infatti prodotto un lavoro di ricerca, condotto in team dall’Enea e dai Musei Vaticani,  che ha consentito d’ottenere una “quasi perfetta” sicurezza del trasporto con tecniche e metodi facilmente esportabili a altri casi.

 

Le relazioni e tutti i materiali tecnici illustrati e messi a disposizione dei commissari sono stati oggetto di un’ampia e approfondita analisi da parte dell’intera Commissione.

 

Al termine dei lavori, condotti con un confronto aperto e libero, privo di qualsiasi pregiudizio ed esclusivamente fondato su dati tecnico-scientifici, pur con posizioni, competenze, considerazioni, sensibilità e approcci diversi, la Commissione ritiene di esprimere un parere negativo sulla trasportabilità delle due sculture greche, non potendo in alcun modo escludere un «pregiudizio alcuno per la loro integrità e conservazione», in risposta al quesito posto dall’art. 3 del DM 8.9.2014.

Pur essendo, infatti, notevolmente migliorate le tecniche e le tecnologie al servizio del trasferimento di opere d’arte (come dimostrano i recenti positivi casi dell’Augusto di Prima Porta o delle sculture di Mont’e Prama, o lo stesso caso del breve spostamento dei Bronzi di Riace da Palazzo Campanella al Museo Archeologico a Reggio Calabria) e pur nella consapevolezza che uno spostamento rappresenta una nuova sfida per sperimentare nuove tecniche e tecnologie al servizio del patrimonio culturale, la valutazione complessiva effettuata dalla Commissione sconsiglia, nelle attuali condizioni, di sottoporre le due sculture ad un nuovo spostamento.

 

La Commissione, pur limitando la propria valutazione esclusivamente agli aspetti tecnico-scientifici, ha ritenuto, però, cogliendo l’opportunità offerta dallo studio di un caso così significativo, di voler porre all’attenzione del Ministro alcuni temi di riflessione.

 

Pertanto la Commissione:

  1. Sottolinea la preoccupante debolezza, se non l’assoluta mancanza, di un progetto scientifico e culturale, che sempre dovrebbe essere alla base del prestito e dello spostamento di un’opera d’arte dal luogo originario di conservazione; un solido progetto culturale dovrebbe, infatti, rappresentare l’unica reale motivazione per valutare e affrontare anche i rischi che sempre sono legati ad uno spostamento, che, sempre – anche nelle condizioni di massimo rispetto di procedure tecniche rigorose -, comporta per tutte le opere d’arte uno stress e un acceleratore del processo di degrado.
  2. Auspica, riprendendo un lavoro già avviato dal Consiglio Superiore per i beni culturali e paesaggistici, l’adozione di linee guida sulle procedure da seguire nel caso di prestiti e trasferimenti di opere d’arte.
  3. Invoca la definizione da parte di ogni nostro museo d’una lista di opere di particolare rilievo, perché caratterizzanti l’identità stessa del museo, quindi opere che non possono essere concesse in prestito tranne casi assolutamente straordinari, se non unici, quali esposizioni d’assodata rilevanza scientifica o restauri impossibili da eseguirsi in loco, chiarendo che comunque le opere possono stare fuori dal museo solo per periodi limitati.
  4. Chiede di tassativamente evitare per tutte le opere mobili dei musei (ma non solo) un loro spostamento ripetuto in tempi ravvicinati, perché fondamentale fattore rischio conservativo delle opere.
  5. Chiede inoltre di tassativamente evitare il prestito per operazioni di discutibile o nulla qualità scientifica.
  6. Sollecita, infine, l’avvio di un’approfondita riflessione culturale, metodologica e politica sull’attuale situazione del restauro in Italia, a partire dall’assenza di un piano organico di conservazione preventiva e programmata del patrimonio artistico in rapporto all’ambiente; da qui l’urgenza di adottare misure razionali e coerenti per il rilancio di un settore che per decenni ha rappresentato una delle reali eccellenze italiane, ma che è andato progressivamente perdendo quel primato, che pure è possibile, oltre che necessario, riconquistare.

 

Roma, 6.10.2014

 

dott.ssa Simonetta Bonomi

arch. Gisella Capponi

dott. Gerardo De Canio

dott. Stefano De Caro

dott. Daniele Malfitana

prof. Giuliano Volpe

prof. Bruno Zanardi

 

 

 

 
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