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Ecoparco del mediterraneo: un'alternativa turistica per uno svivuppo sano di un territorio

A Santa Maria CV per la presentazione del mio libro all'anfiteatro campano, grazie all'amico Roberto Conte faccio la conoscenza di Sergio Pagnozzi, medico sportivo appassionato di cavalli, che si è lanciato nell'imprenditoria turistica innovativa: mi invita a conoscere l'Ecoparco del Mediterraneo, cosa che faccio volentieri (http://www.ecoparcodelmediterraneo.it). È sempre un piacere conoscere realtà nuove, in particolare quelle che si muovono al Sud. Nel cuore della notte raggiungiamo questo luogo nella campagna di Castel Volturno. La localizzazione non è certo facilmente esente da pregiudizi: Castel Volturno rievoca gravi problemi di immigrazione, scontri, sfruttamento, caporalato. E vicino c'è Casal di Principe, che non ha bisogno di commenti. L'interesse è dunque ancora maggiore: cosa è possibile realizzare di positivo in zone così difficili?

La mattina successiva faccio un giro con Pagnozzi, che mi parla della storia del progetto, nato nel 2003, realizzato, ancora in parte, nel corso di ben tredici anni, con tutte le difficoltà e i ritardi dei permessi e dei controlli ambientali e legali (doverosissimi) facilmente immaginabili, mi illustra le tante idee in cantiere. Conosco così una zona paesaggisticamente molto interessante, un’area umida, con quattro laghi, una vegetazione rigogliosa e una fauna molto varia: era in completo stato di abbandono e degrado solo una decina di anni fa, era usata come discarica a cielo aperto. Si temeva anche che fosse stata utilizzata anche per rifiuti speciali, ma rigorosissime analisi (Istituto Superiore di Sanità, Facoltà di Agraria di Portici, vari altri laboratori) dimostrano che l’acqua è pulita e balneabile e che non ci sono rischi di alcun tipo. La zona viene progressivamente ripulita e si comincia a realizzare il parco, con un albergo, piscine, vari campi sportivi, un’area per bambini e ragazzi, numerose attività, dallo sci d’acqua all’equitazione, dall’immersione subacquea alla canoa, ecc.

Mi colpiscono in particolare i bungalow sul lago, concepiti come palafitte. Pagnozzi mi parla anche di case galleggianti e me ne mostra alcuni prototipi, e addirittura di piscine galleggianti. Il tutto è realizzato con materiali ecosostenibili e con grande attenzione all’ambiente. Mi parla anche del progetto di una sorta di archeodromo dedicato a illustrare le opere realizzate dall’uomo in rapporto all’acqua (ponti, porti, palafitte, santuari, ecc.): una bella idea che spero si realizzi presto.

Ma mi interessa molto anche il modello organizzativo: la proprietà è di una Srl, ma si è data vita ad una sorta di ‘condominio’, nel quale sono coinvolte tante altre realtà, singoli imprenditori e anche molte start-up giovanili, che gestiscono parti del parco, offrendo servizi specifici ai visitatori; in tal modo sono coinvolte molte società e si mettono in atto diversi progetti, si elaborano varie idee, si cercano risorse partecipando a vari bandi. Al momento lavorano oltre 60 persone, ma le prospettive occupazionali sono molto più promettenti. I risultati si cominciano a vedere, il pubblico aumenta, il gradimento cresce. Insomma mi sembra una bella realtà, in un territorio non facile, che coniuga turismo, cultura e ambiente, che mette alla prova un’imprenditoria meridionale creativa e coraggiosa, che promette di far sviluppare un’economia sana e ecosostenibile, alternativa alle mafie e alla devastazione del territorio. Auguri!

http://www.ecoparcodelmediterraneo.it
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