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Introduzione all'inaugurazione dei corsi del Dottorato PASAP_Med

 È per me un grande piacere dare ufficialmente avvio ai corsi del nuovo Dottorato di Ricerca in “Patrimonio archeologici, storici, architettonici e paesaggistici mediterranei: sistemi integrati di conoscenza, progettazione, tutela e valorizzazione” (PASAP_Med).

L’apertura di un nuovo luogo di alta formazione e di ricerca è di per sé un bel risultato, oggi più che mai. Lo è in particolare nel caso del nostro Dottorato che è nuovo non solo perché di nuova istituzione, ma per l’impianto culturale e per la strategia di politica universitaria che lo ispira: è infatti un vero Dottorato inter- e multidisciplinare, non inteso come quegli insiemi alquanto incoerenti necessariamente istituiti nelle singole sedi mettendo insieme enormi ambiti disciplinari, per effetto di una legge che ha reso quasi impossibili le aggregazioni interuniversitarie su specifici temi e metodi.

Come abbiamo precisato nel nostro programma, il Corso punta alla formazione di esperti di elevato profilo scientifico, in grado di operare nella ricerca, tutela, valorizzazione, comunicazione e gestione del patrimonio culturale, che sarà garantita affiancando alla tradizionale formazione in ambito archeologico e architettonico una preparazione multi e interdisciplinare che consenta di acquisire una reale capacità nell’uso di diversi sistemi di fonti, approcci, metodi e tecniche con una forte interazione tra aspetti scientifici, storici, storico-artistici, culturali e ambientali, strutturali, tecnologici, economici, sociali ed etici.

L’approccio è stratigrafico, contestuale e fortemente diacronico, aperto all’integrazione tra fonti, metodi e tecnologie d’indagine e consolidati filoni di ricerca settoriale (archeologia dei paesaggi urbani, rurali e subacquei; archeologia urbana e dell’architettura; storia dell'arte, archeologia pubblica; archeologia digitale; bioarcheologie; archeometrie; storia dell’architettura e analisi dei monumenti, progettazione architettonica e paesaggistica per il patrimonio, restauro anche strutturale; open science e open data). È il paesaggio a rappresentare l’elemento comune, ideale per favorire la convergenza multidisciplinare di specializzazioni, metodi, strumenti diversi. Il nostro corso cerca di rispondere cioè a un bisogno molto sentito: offrire ‘formazione archeologica’ agli architetti e una ‘educazione alla cultura della progettazione’ agli archeologi, per citare una formula molto cara a Daniele Manacorda che ringraziamo per aver accettato di tenere la lezione inaugurale. Non a caso i due curricula con cui abbiamo articolato il Corso, uno incentrato sulla conoscenza del patrimonio culturale l’altro sul progetto, sono strettamente intrecciati tra di loro.

Questo nostro dottorato nasce per iniziativa congiunta dell’Università di Bari e del Politecnico di Bari, nel quadro di un progetto che ha riguardato ben 4 nuovi Dottorati. Si è poi aggiunto il CNR, dando al progetto una rilevanza ancora maggiore. Personalmente mi auguro che dal prossimo ciclo possano aggiungersi altre università, in particolare le altre due università pugliesi. Mi auguro anche che si possa stabilire un rapporto con il MiBACT se, come mi auguro, a breve sarà sottoscritto un protocollo tra i ministri Manfredi e Franceschini per dar vita a unità integrate tra Università e istituti del MiBACT.

Ringrazio in particolare Stefano Bronzini, rettore dell’Università di Bari, insieme al direttore del DISUM Paolo Ponzio e i delegati Gianluca Farinola e Francesco Giordano, il prof. Francesco Cupertino rettore del Politecnico di Bari e il prof. Massimo Inguscio presidente del CNR, insieme alla direttrice dell’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale Costanza Miliani per il supporto dato alla nascita e all’avvio di questo progetto.

Un grazie particolare va al collegio dei docenti costituito da ben ventotto docenti afferenti a Università di Bari, Politecnico di Bari, CNR-Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale, Università del Salento, di Foggia, della Basilicata, Vrije Universiteit Amsterdam, Université Bordeaux-Montaigne, Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales Paris, Universidad Pablo de Olavide Sevilla, Université de Strasbourg, McGill University di Montréal in Canada, Universidad de Córdoba. Tra tutti mi sia consentito un ringraziamento particolare al collega e amico Giorgio Rocco che fin dall’inizio ha contribuito attivamente alla costruzione del progetto comune.

Il dottorato si configura, quindi, non solo come espressione dell’intero sistema universitario pugliese ma anche con una spiccata connotazione internazionale. Pensato come una iniziativa di alta formazione e ricerca da collocare a Taranto, a causa delle incertezze persistenti, non è stato ancora possibile definire questo aspetto.

Questo primo anno ha visto la partecipazione alle prove di selezione quasi settanta candidati e abbiamo potuto reclutare ben tredici dottorandi provenienti da molte università italiane e straniere, grazie alle borse di studio messe a disposizione dall’Università e dal Politecnico di Bari, dal CNR e dalla Regione Puglia. Non escludiamo di poter ottenere a breve altre borse e quindi di ampliare ulteriormente il numero dei dottorandi.

Vari e articolati nel tempo e nello spazio sono i temi affrontati dai dottorandi nei loro progetti di ricerca. C’è una centralità della Puglia ma non solo, perché gli argomenti si allargano all’intero Mediterraneo e anzi è nostra intenzione valorizzare maggiormente questo più ampio spettro geografico, tematico e cronologico: si va dalle architetture medievali della Capitana ai paesaggi del limes orientale tra Iraq e Giordania letti attraverso le foto aeree, dagli edifici per giochi gladiatori nelle province greco-romane ai viaggiatori del XIX in Puglia, dalle ceramiche preistoriche a quelle altomedievali, dalle produzioni ceramiche antiche ai paesaggi contemporanei di Taranto, dai mosaici romani della Puglia a Oria medievale e agli insediamenti rupestri indagati anche con le tecnologie multimediali, dai restauri antichi in siti archeologici colpiti da terremoti allo studio dell’autonomia contadina nell’Italia del I millennio.

Sono infine personalmente lieto che la lezione inaugurale sia tenuta da Daniele Manacorda, già ordinario di Metodologia della ricerca archeologica all’Università Roma Tre, che affronterà un tema centrale nel nostro Dottorato: ‘L’archeologia tra conoscenza e progetto’.

Auguro infine dottorandi di vivere intensamente e atticamente, da protagonisti, questo periodo di formazione e ricerca, che ci auguriamo tutti possano svolgere al più alto livello possibile e con i migliori risultati per la ricerca e anche per il loro futuro personale.


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