A proposito della legge sulle professioni dei beni culturali

Le consulte e le associazioni universitarie delle discipline umanistiche afferenti all’Area 10 CUN, in riferimento alla Proposta di Legge n. 362 A, d’iniziativa dei deputati Madia, Ghizzoni, Orfini, Bossa, Narduolo in materia di professioni dei beni culturali, appena approvata dalla Camera dei Deputati, esprimono pieno sostegno e vivo apprezzamento per lo spirito che anima tale iniziativa, che per la prima volta afferma la necessità di riconoscere le professioni dei beni culturali, prevedendo l’istituzione di un specifico registro nazionale, e di garantire diritti a lavoratori dall’alto profilo professionale al momento privi di ogni garanzia.

Auspicano, al contempo, che il MIUR possa essere pienamente coinvolto in tale processo, non riducendo il suo ruolo solo al rilascio di un parere non vincolante, come attualmente previsto all’art. 2 della pdl.

Ritengono, inoltre, che sia un preciso dovere del sistema universitario garantire una formazione iniziale e permanente adeguata alle nuove sfide delle professioni dei beni cultuali e in tal senso sollecitano il MIUR ad una maggiore collaborazione sia con il MIBACT sia con le associazioni professionali.

Esprimono preoccupazione per il clima di sostanziale diffidenza nei confronti del mondo universitario e di una sua marginalizzazione registrato in alcuni interventi del dibattito sviluppatosi in occasione di tale proposta di legge, dentro e soprattutto fuori del Parlamento.

Auspicano, infine, che, anche nel quadro della revisione del Codice dei Beni Culturali, della riorganizzazione del MIBACT e di altre iniziative attualmente allo studio, si proceda alla promozione di un sistema organico dei Beni Culturali, fondato su una visione olistica del patrimonio culturale e paesaggistico, che veda una più attiva, proficua e sistematica collaborazione e integrazione di competenze tra le Università, il MIBACT e le Direzioni Regionali-Soprintendenze, le Regioni e gli Enti locali, i professionisti, superando le attuali divisioni e, a volte, dannose contrapposizioni, tanto nella ricerca e formazione quanto nella tutela, valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale e paesaggistico del Paese.