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Nuovi scavi per la Pompei di Puglia "Millenni di storia custoditi sottoterra"

La Soprintendenza acquisisce parte del sito perduto di Herdonia

Gli archeologi: "Finalmente dopo 13 anni la ricerca può ripartire"

di ANTONIO DI GIACOMO

È di una rinascita che si può parlare per l'area archeologica dell'antico insediamento di Herdonia, dove sono custoditi millenni di storia. È il 26 novembre 1962 quando ad appena cinquecento metri da Ordona, un paesello del Foggiano, il giovane archeologo belga Joseph Mertens dell'Università di Lovanio avvia la prima campagna di scavi, disseppellendo anno dopo anno prima i segni della civiltà daunia, attestati fino all'Ottavo secolo avanti Cristo, poi parte della città romana e infine alcuni segni dell'ultimo insediamento, risalente al Medioevo.

È solo l'inizio di una travagliata avventura di ricerca, alla quale poi dal 1993 al 2000 ha contribuito un'équipe italiana delle Università di Bari e di Foggia
coordinata dall'archeologo Giuliano Volpe. Fatto sta che nel 2000 gli scavi vengono sospesi e la cittadella di Herdonia finisce nell'abbandono, ridotta al rango di pascolo. Fino all'altro ieri, tuttavia, visto che la Soprintendenza è finalmente riuscita ad acquisire parte della superficie sulla quale si estende il sito.

"Questo vuol dire che, dopo anni di degrado, una nuova vita si apre non solo per la ricerca ma per la salvaguardia di Herdonia" esordisce l'archeologo Giuliano Volpe: "Una città che abbiamo rischiato di perdere e che adesso, invece, potrà svelare nuove pagine della sua storia millenaria a noi
ancora a sconosciuta. Dell'intera area, in effetti, ne è stata scavata e messa in luce soltanto una porzione perché l'ostacolo più grande era la proprietà privata del sito. Questo "dettaglio" ha reso infatti impossibile sia l'uso dei fondi pubblici, che non potevano essere destinati a un bene privato, sia la stessa prosecuzione degli scavi a causa di un contenzioso relativo al premio di rinvenimento, ovvero la contropartita che spettava ai privati in cambio della scoperta di beni archeologici".

Secondo Luigi La Rocca, soprintendente ai Beni archeologici della Puglia, "questa acquisizione, attraverso una procedura di esproprio del ministero
per i Beni culturali, rappresenta un primo passo importante per la tutela e valorizzazione
di Herdonia. Abbiamo già avviato l'iter anche per il completamento dell'esproprio anche dell'area centrale del sito, quella messa in luce dagli scavi, facendocene carico noi in luogo del Comune di Ordona che si è visto costretto a fare un passo indietro per motivi di budget. Ma l'altra buona notizia è che si può riavviare la ricerca archeologica, proprio a partire dalla superficie espropriata che non è mai stata oggetto di scavi e potrà svelarci importanti sorprese. Un'attività che riteniamo di continuare, alla luce delle
competenze acquisite sul campo, con l'Università di Foggia".

E pronto a rimettersi all'opera si dice Volpe: "Adesso si può dunque ripartire con gli scavi, riallestendo quei cantieri scuola internazionali che, sulle tracce di Herdonia, hanno visto all'opera centinaia di studenti archeologi provenienti dalle università di tutta Europa".

E se fino al 2000 sono stati riportati in luce, fra gli altri, il foro della città romana, circondato dalla basilica, due templi, un grande mercato coperto, il cosiddetto macellum, e diverse tabernae dove si svolgeva la vita socioeconomica della città, Volpe sottolinea l'importanza " di Herdonia come uno dei più grandi siti archeologici abbandonati, cioè privi della sovrapposizione della città moderna, ed è tra i meglio conservati, per cui consente pertanto di ripercorrere l'intera storia
di un insediamento del Tavoliere dall'età daunia sino alla fine del Medioevo. È stata spesso definita la "Pompei di Puglia" per la sua estensione e la sua ottima conservazione".

E i tesori dissepolti? "Le centinaia di cassette di reperti - spiega Volpe - sono conservate nei depositi della Soprintendenza a Ordona, nell'edificio destinato a museo della città antica, mentre solo alcuni oggetti sono esposti nel museo Civico di Foggia. La maggior parte dei materiali non è però mai stata visibile al pubblico: fra le sfide che ci attendono c'è l'allestimento del museo di Herdonia".

http://bari.repubblica.it/cronaca/2014/01/14/news/ritrovata_herdonia-75948007/
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