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ASSOLTO!
Assolto perché il fatto non sussiste!
Insieme a tutti gli altri colleghi ingiustamente denunciati e imputati.
Dopo oltre cinque anni di supplizio con accuse tanto infamanti almeno quanto erano infondate, per fatti relativi al 2013 negli ultimi mesi del mio rettorato Unifg, finalmente la sentenza del Giudice, dopo aver scelto il rito abbreviato, sicuri come eravamo, io e gli altri colleghi imputati, insieme ai nostri ottimi avvocati, della nostra assoluta innocenza, mette fine a un incubo. È stato un periodo triste (anche per la pessima comunicazione di certa stampa scandalistica e i violenti, livorosi, velenosi attacchi dei soliti patologici accusatori dei social) durante il quale ho dovuto vivere con il peso di imputazioni infamanti per chi come me è anche una figura pubblica con responsabilità nazionali (imputazioni che mi hanno privato in questi anni anche di alcune importanti opportunità, alle quali ho dovuto rinunciare).
La sentenza del giudice delle udienze preliminari restituisce fiducia nella giustizia, dopo una indagine fatta malissimo e un impianto accusatorio del tutto inconsistente e strumentale, che ha di fatto ritenuto di seguire le denunce di due colleghi denunciatori compulsivi contro tutto e contro tutti con il solo scopo di danneggiare l'Università (la maggior parte delle loro denunce era stata archiviata, ma purtroppo non questa). Riconosco anche con piacere una diversa posizione assunta dalla Procura che ha dimostrato grande onestà intellettuale nel rivedere un impianto accusatorio inizialmente assai poco fondato.
Sono lieto che sia stata riconosciuta la piena regolarità di quanto fatto nell'esecuzione del progetto di ricerca PON “incriminato”, peraltro già riconosciuta dal MIUR che aveva validato tutte le operazioni e la rendicontazione finale. Sono orgoglioso soprattutto di aver contribuito, in un momento difficile, mentre si effettuavano tagli drammatici al finanziamento di Unifg e si correva il rischio del dissesto, di aver evitato di perdere i finanziamenti di progetti cedendo al ricatto di colleghi interessati solo a creare problemi all’università, di aver mantenuto i conti in regola e un bilancio sano. Ringrazio tutti i colleghi che allora vollero farsi carico di questo impegno per portare a buon fine il progetto (senza che nessuno prendesse un solo euro personalmente). Come ho dichiarato nel corso di una mia testimonianza, pur essendo stato assente alla riunione del CdA che aveva assunto le delibere oggetto dei capi di imputazione (ero autosospeso in quei mesi del 2013 e incredibilmente la Procura aveva accusato me e altre tre persone che a quel CdA non avevano partecipato per diverse ragioni: e già questo dimostra il livello delle accise!), se fossi stato presente avrei votato come gli altri componenti del CdA convintissimo della correttezza e della giustezza di quelle difficili decisioni.
Grazie al mio avvocato Gianluca Ursitti non solo per la sua competenza giuridica ma anche per la sua partecipazione umana: questa vicenda mi ha consentito di guadagnare un amico. Grazie anche all’avvocato Raul Pellegrini, difensore di molti altri colleghi, per aver definito insieme a Ursitti una strategia comune.
Grazie anche a quanti, per fortuna non pochi, non hanno mai dubitato della mia correttezza amministrativa, etica e morale.
Oggi è una bella giornata per la giustizia, per la ricerca, per l’università e anche per chi come me crede nell’impegno civile.
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