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Comandante

Ho visto stasera il film Comandante di Edoardo De Angelis (scritto con Sandro Veronesi), con un ottimo, come sempre, Pierfrancesco Favino. Un film, ispirato alla vicenda reale di Salvatore Todaro, che ha al centro la gente di mare e la legge del mare: quella legge eterna che impone di salvare tutti, anche i nemici. È un film che corre il rischio di cadere nella retorica da “italiani brava gente” e anche nel rischio ancor più grave di un certo nazionalismo, oltre ad una visione un po’ deamicisiana dell’integrazione, anche forzata a bordo di un sottomarino, di lingue, modi di pensare, cucine così diverse come sono quelle delle varie regioni italiane. Ma in realtà il rischio di un fraintendimento in senso nazionalistico è superato da un messaggio potente come quello dell’obbligo morale di salvare le vite in mare, prescindendo da tutto. Come dice Todaro: chi non salva un uomo in mare sia maledetto!”. È un film interessante, ben girato anche negli spazi ridotti del sommergibile, capace di rendere il freddo e il grigio delle acque atlantiche, la claustrofobia da sommergibile, la paura che si vive a bordo attraversando un stretto passaggio costellato da mine, e anche quel coraggio spesso necessario per sconfiggere la paura. Un film che oltre ogni apparenza condanna la assurdità e la stupidità della guerra.
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