Giuliano Volpe, lei è candidato con la lista Laforgia sindaco. Com’è per un archeologo, docente universitario ed ex rettore dell’Università di Foggia, fare campagna elettorale?

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“Non è la prima volta. Sono stato candidato al Senato del 2013, come indipendente per Sinistra ecologia e libertà. E l’ho fatto anche nella mia Terlizzi quando ero ragazzo”.

 

In quale partito?
“Sempre come indipendente, nel partito socialista. Ma all’epoca militavo nel movimento dei lavoratori per il socialismo”.

 

Accademia e politica.
“Io ho sempre inteso il mio lavoro da archeologo e la mia attività come professore specialista dei beni cultura sempre come impegno civile. L’archeologia è un patrimonio di tutti che acquisisce un senso e un valore nel presente, per creare condizioni migliori di vita oggi”.

 

Dunque, nessuna difficoltà a fare politica attiva.

“Mi trovo a mio agio con Michele Laforgia e in una lista composta da persone come me che si sono impegnate nel lavoro, ma anche nel volontariato, nella difesa dei diritti civili, nella politica intesa nel senso più bello del termine”.

 

Dov’è stato oggi?
“Oggi sono a Torino perché faccio una lezione al Politecnico. La mia partecipazione alla campagna elettorale è arrivata in extremis e avevo già programmato impegni di lavoro. Non siamo professionisti della politica, siamo persone che continuano a svolgere le loro attività normalmente. In questo siamo molto più liberi".

 

Eh, però i voti bisogna andare a cercarseli.
"Domani torno. Del resto abbiamo già organizzato tante iniziative sui temi che seguo, la città universitaria, il patrimonio culturale. Uno dei miei obiettivi è contribuire a sviluppare l’imprenditoria culturale e creativa. Mi interessa avere rapporti con associazioni e piccole imprese che lavorano in questo settore. Sono anche presidente onorario della Camerata musicale barese che sta dimostrando di poter essere una realtà imprenditoriale importante della cultura a Bari. Dovremo moltiplicare esperienze di questo tipo anche per dare sbocchi di lavoro ai nostri laureati. Ripensando anche il sistema museale barese..."

 

Ma sta facendo anche il famoso porta a porta?
"Lo faccio in questa maniera, attraverso incontri specifici con i colleghi universitari, le realtà del volontariato, le associazioni. Io non sono uno di quelli che pensa che si debba andare ai mercati o in piazza. Non sono i mondi che frequento. Posso dare una mano invece nei mondi che conosco".

 

Come l'archeologia. Cosa non viene valorizzato a Bari adeguatamente?
“Dico una cosa pesante: c'è da fare un enorme lavoro di valorizzazione e prima di tutto di conoscenza. I cittadini di Bari non conoscono il patrimonio archeologico della loro città. San Pietro, che in questo momento è oggetto di un intervento artistico di Edoardo Tresoldi, bravissimo artista che apprezzo e che ho fatto conoscere anche in Cina, è un’area di straordinaria importanza. C’è tutta la storia della città, dalle origini, dall'età del Bronzo al Novecento. Deve essere un luogo da raccontare ai cittadini e ai turisti. Bari ha tanti musei ma non ne ha uno sulla storia della città. Quando parlo di ripensare il sistema museale penso a questo, a valorizzare siti come Santa Maria del Buon Consiglio, la chiesa di San Martino, una chiesa altomedievale straordinaria, tutti gli ipogei e gli insediamenti rupestri della fascia periferica della città. C’è da fare un gran lavoro che serva a dare occupazione ma che passi attraverso la tutela sociale, collettiva dei luoghi".

 

Come succede a…
"A Napoli. Nel rione Sanità, grazie all'opera avviata da don Antonio Loffredo e alla gestione organizzata delle catacombe, settanta ragazzi sono occupati a tempo indeterminato, con un impatto economico valutato in 33 milioni. E siamo in una città meridionale, in un rione problematico. Questo per dimostrare che attraverso valorizzazione si può fare sviluppo di qualità".

 

Ma servono risorse e strumenti amministrativi adeguati.
"Una cosa che voglio promuovere è il partenariato pubblico privato. Può consentire uno sviluppo economico a base culturale accompagnato e seguito dalle istituzioni".

 

I luoghi battuti in questi giorni dai cercatori di voti lei li conosce vecchi.
"L’insediamento più antico è quello della penisola di Bari. A Ceglie c'è un grande insediamento peucezio. Vicino Palese un insediamento dell’età neolitica. Tutta la costa ha una continuità insediativa che spesso risale all'età del Bronzo. Le lame erano pezzi di un paesaggio naturale antropizzato, dalla preistoria fino all’età medievale e moderna. Questo patrimonio è stato maltrattato, poco utilizzato e valorizzato. Dobbiamo promuovere un'archeologia che non sia fatta solo da vincoli ma da cittadini che conoscano e si riconoscano in quel patrimonio, lo sentano proprio e lo curino".

 

Qualcosa è stato fatto, in questi anni. Ad esempio il museo di Santa Scolastica.
"È indubbio. Quello che ha citato è un bel museo, anche se andrebbe ripensato per raccontare la storia".

 

Un tempo era un contenitore in abbandono. Gli archeologi hanno dovuto fare battaglie, a Bari, per farsi sentire.

"Lo so bene. E ora vado orgoglioso del fatto che l'Università di Bari sua una delle migliori università al mondo per l’archeologia, con una scuola di specializzazione e un dottorato nazionale al quale partecipano 14 università e il Cnr che ha sede a Bari e che io coordino. È considerato uno dei migliori in Italia. Il problema ora è trasferire queste eccellenze dalla ricerca a una visione di città. Per valorizzare il patrimonio della città e per l'oggetto di un turismo migliore, non becero ma colto, che non significa di élite, consapevole, che lasci più risorse sul territorio".

 

Una sua proposta se eletto.
"Avviare progetti specifici per avvicinare i ragazzi alla vita culturale perché ne sono quasi del tutto esclusi. Non leggono un libro, non seguono un concerto. Mi sono chiesto: che cosa ci possiamo inventare? Dialogando con insegnanti e associazioni di volontariato, ho pensato di istituire una card giovani che si carichi di punti svolgendo attività di volontariato. Una volta accumulati i punti, i ragazzi avrebbero la possibilità di comprare un libro, andare a un concerto musicale, partecipare a un laboratorio o a un corso di lingue, entrare gratuitamente in un museo".

 

Ottima idea. Ma ci dica: cosa le torna utile, della sua conoscenza del passato, nell'impegno elettorale di questi giorni?
"Tutto il mio rapporto con il mondo antico è prezioso per dare valore all’oggi. Io sto per fare una conferenza domani mattina il cui titolo è 'La vita degli altri: l'archeologia tra conoscenza del passato e impegno nel presente". Attraverso lo studio dei materiali, di ciò che resta, cerchiamo di conoscere la vita degli altri. Anche di persone vissute secoli e millenni fa che noi guardiamo con gli occhi di oggi. L'archeologia consente di cogliere attraverso tracce materiali la vita delle persone. E io, che sono tornato a vivere a Bari da due anni, vorrei dedicarmi in questo senso a migliorare la vita dei cittadini di Bari e di chi la vuole visitare".