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Intervista a La Presse su Pompei
LPN-Pompei, Volpe: Altro che bene a rischio, il rilancio è già iniziato
Pompei (Napoli), 22 lug. (LaPresse) - L'allarme era stato lanciato qualche giorno fa dalla Cnn: "Andate a visitare alcune meraviglie del mondo - avvertiva il network televisivo - prima che incuria o eventi climatici le spazzi via per sempre". Nella lista erano inclusi anche due tesori italiani: la Reggia di Caserta e gli scavi di Pompei. Ma nell'antica città sepolta dall'eruzione del Vesuvio è in atto un'opera di rinascita. L'esempio più recente è la fine del restauro, ad opera della Sovrintendenza, del famoso mosaico del cave canem. L'opera rappresenta un capolavoro per espressività e allo stesso tempo raffinatezza tecnica dell'epoca. Famosissimo in tutto il mondo, il mosaico ha richiamato frotte di turisti ansiosi di osservare lo splendore dopo il restauro. "Quello che si sta cercando di fare a Pompei - spiega il presidente del Consiglio superiore dei beni culturali, Professor Giuliano Volpe, in un'intervista rilasciata a LaPresse - è di uscire dall'ottica dell'emergenza, tramite un lavoro di rilancio iniziato già da un paio di anni. Stiamo puntando infatti non tanto alla manutenzione straordinaria ma una ordinaria in grado di prevenire i rischi, come i crolli avvenuti negli anni precedenti".
Il professor Volpe non nasconde la difficoltà avvertita all'inizio. "Si è trattato di una vera inversione di tendenza - ricorda - Abbiamo assunto giovani archeologi preparati. Chi visita Pompei oggi non trova più lo spettacolo di una volta con decine di custodi tradizionali. Inoltre stiamo affrontando i problemi con un approccio diverso: in passato ci siamo dimenticati che Pompei fosse una città a tutti gli effetti senza considerare lo smaltimento delle acque piovane".
(Segue).
meg/vmi
221604 Lug 2015
LPN-Pompei, Volpe: Altro che bene a rischio, il rilancio è già iniziato-2-
Pompei (Napoli), 22 lug. (LaPresse) - Volpe nei giorni scorsi ha dovuto alzare la voce in contrasto alla riforma della Pubblica amministrazione voluta dalla ministra Marianna Madia. Il ddl avrebbe voluto introdurre una sorta di regola del "silenzio-assenso", da applicare nei casi di trasformazione di un bene. In assenza di una risposta della Sovrintendenza entro 60 giorni, il cittadino avrebbe potuto intervenire senza impedimenti. "Una follia" secondo il presidente del Consiglio superiore dei Beni culturali. Il ministero guidato da Madia ha rilanciato, portando a 90 i giorni entro i quali l'ente deve dare una risposta ai privati. "Non basta - ha commentato Volpe a LaPresse - lo strumento del silenzio assenso è comunque sbagliato. Serve invece un'operazione coraggiosa da parte della politica: un rinnovo del sistema informativo in cui, a monte, la sovrintendenza e il ministero inseriscono tutti i dati necessari. Per dare risposte ai cittadini in pochi minuti, altro che 60 o 90 giorni".
Il presidente Volpe è critico anche nei confronti dell'ultima ipotesi di affidare ai prefetti l'autorità di intervento e tutela del patrimonio. "Parlare di beni culturali spesso riempie la bocca di molti ma fuori dalla demagogia la garanzia rappresentata dalle Sovrintendenze deve essere mantenuta. Per fortuna - conclude - il ministro Franceschini si sta occupando personalmente di questo tema e il fatto che se ne parli è già una fortuna".
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