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La filosofia del 'go and stop'
Ormai siamo al NO a qualsiasi cosa. A Foggia si blocca la realizzazione di un parco archeologico urbano, a Napoli la realizzazione della copertura della stazione della Metropolitana in Piazza Plebiscito, a Castel del Monte un intervento di sistemazione, ora a Ferrara l'ampliamento di Palazzo dei Diamanti (ma molti altri sono i dinieghi). Tutti progetti già approvati, con le necessarie autorizzazioni delle soprintendenze già acquisite, spesso vincitori di progetti internazionali, finanziati e appaltati. Tutti con blocchi venuti dall'alto, per ordine politico, sotto la pressione di immancabili comitati, eseguiti con motivazioni 'surreali' (come giustamente sottolinea Artribune), pseudogiuriche (manca solo il riferimento al Codice Giustinianeo per motivare il blocco), dall'attuale Direttore Generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio. Decisioni che smentiscono l'operato di bravi soprintendenti e funzionari (che non sanno più dove mettere la faccia!).
Poi si dice che il lavoro nei beni culturali sta diminuendo: certo se si continua a bloccare qualsiasi intervento, mi sembra ovvio! Opere pubbliche ferme (quelle per le quali è prevista l'archeologia preventiva), restauri bloccati, allestimenti sospesi a lavori ormai in corso. Ovviamente non si tratta di difendere ogni intervento, che va attentamente valutato, capendo se danneggia il bene o meno, se migliora la qualità del monumento e dei luoghi e dei servizi per i visitatori. Servirebbe anche sviluppare un confronto e un preventivo dibattito di alto profilo culturale e scientifico su queste questioni, evitando lo stop and go, o meglio il go and stop! Ma ricordo che al momento non sono ancora stati ricostituiti nemmeno i Comitati Tecnico Scientifici dei vari settori (archeologia, architettura, arte, paesaggio, ecc.) e il Consiglio superiore beni culturali e paesaggistici del MiBAC.
Inutile dire che del tutto strumentale è tutta la serie di riferimenti a leggi (immancabile quello all'art. 9 della Costituzione che secondo alcuni intenderebbe la tutela solo come blocco di qualsiasi intervento, anche migliorativo del bene!), compresa la Convenzione di Faro non ancora ratificata dal Parlamento, il cui spirito dubito molto coincida con la visione del patrimonio culturale espressa dal DG. Con questa impostazione immagino che difficilmente sarebbero state realizzate la piramide del Louvre o il museo archeologico dell'acropoli di Atene o i tanti interventi nelle principali città europee. E per fortuna che l'Italia quest'anno è con Matera Capitale europea della Cultura.
https://www.artribune.com/professioni-e-professionisti/politica-e-pubblica-amministrazione/2019/01/palazzo-dei-diamanti-il-documento-ufficiale-e-surreale-con-cui-il-governo-ha-bloccato-il-proge/?fbclid=IwAR3ns3hwPrwKh11-28Fn8AwjCVOAQOqMsLP5f2J2NKssGkYS2VZZa2D8900
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