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Scomparso Enzo Lippolis. Dolore per un amico caro e un collega stimato con cui ho sempre molto discusso
Scopro solo ora la terribile notizia dell'improvvisa scomparsa di Enzo. Ieri sera alle 22:10 gli avevo mandato un messaggio su wapp per congratularmi con lui per il successo della Sapienza per le scienze dell'antichità dopo averlo visto in Tv da Gramellini ("Complimenti Enzo a te e tutti i colleghi della Sapienza. Ti ho visto da Gramellini, bravo!"). Sono sconvolto. Uscito dagli studi, un improvviso malore, un infarto fulminante. Il suo cuore non ha retto. In questi momenti dolorosi, quando scompare un amico, è inevitabile che si pensi subito ai momenti vissuti insieme, ai ricordi, belli e brutti, alle cose dette e non dette e che avresti voluto dire, alle occasioni mancate. Conosco Enzo da tantissimi anni, da quando ero studente e lui neolaureato, poi quando è stato in Daunia in anni memorabili con Marina Mazzei, al dottorato di ricerca in archeologa della Magna Grecia, lui vincitore al I ciclo, io al II, e poi continuamente in tutti questi anni. Entrambi pugliesi, ci siamo confrontati spesso su temi di storia e archeologia che interessavano entrambi. Abbiamo avuto anche posizioni diverse e anche contrastanti, ma senza che mai venisse meno la stima e l'amicizia. Negli ultimi anni poi siamo stati in continuo contatto in quanto componenti della commissione ASN di archeologia e ci siamo trovati sempre, assolutamente sempre, d'accordo, condividendo giudizi e scelte. Ancor più recentemente siamo stati nominati entrambi nel comitato scientifico dell'ICA e contavamo di lavorare insieme anche per questo, ma non sarà più possibile. Ripenso a tanti momenti delle nostre vite, ai tanti incontri, alle tante discussioni. Mi torna in mente quell'esperienza straordinaria quando mise in piedi un gruppo di lavoro su Taranto ellenistica e mi chiese, appena laureato, di studiare tutta la ceramica a vernice nera dei corredi delle tombe ellenistiche. Mi tornano in mente gli anni di lavoro comune in Daunia agli inizi delle nostre carriere. E anche recentissimamente una vivace discussione, animatissima, a cena a Salerno, con altri colleghi, in cui esprimevamo idee diverse di archeologia, con approcci metodologici differenti, ma con la stessa passione e amore per il nostro lavoro e i nostri studi. Studioso serio, impegnato, di notevole cultura, di grandi capacità interpretative. E anche impegnato nelle istituzioni, prima in soprintendenza poi all'Università, grande organizzatore. Sono veramente, sinceramente, addolorato. Ma il mio/nostro dialogo con lui non si interromperà: un grande studioso quale lui è stato resta per sempre, con i suoi scritti, i suoi lavori, le sue costruzioni, la sua scuola. Mi stringo a Isabella e alle loro due figlie e a tutti gli amici e colleghi che lo stimano e gli sono sempre stati vicini.
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