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Un'altra tegola su Pompei
Una nuova tegola rischia di abbattersi su Pompei. Questa volta non si tratta di crolli o di problemi nella gestione del ‘Grande Progetto Pompei’, ma del rischio di perdere un patrimonio che, dal punto di vista scientifico e culturale, ma anche simbolico, ha un valore inestimabile. Si tratta del Fondo Biblioteca Amedeo Maiuri, acquistato nel 2001 dall'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e conservato a Pompei presso il Centro Internazionale per gli Studi Pompeiani , diretto dal prof. Umberto Pappalardo, docente di Antichità Pompeiane. Il Comune di Pompei ha, infatti, deciso di sfrattare la Biblioteca e ha dato 20 giorni di tempo all’Università per «liberare il secondo piano della casa comunale dal patrimonio librario».
Il Fondo comprende non solo tutta la produzione scientifica e pubblicistica del grande archeologo (1886-1963), ma anche articoli e volumi di numerosi studiosi, storici e archeologi (molti anche con dediche autografe degli autori): ben 2194 testi, 1697 estratti e 207 opuscoli, in poche parole, la più importante produzione scientifica della prima metà del Novecento. Non mancano edizioni di autori classici, prevalentemente risalenti al XVIII e XIX secolo (ma è presente anche un unico esemplare datato al 1566 dell’edizione delle storie di Tito Livio), oltre a volumi pregevoli e rari, come le raccolte dei diari di scavo di Ercolano e Stabia o la guida di Pompei di Giuseppe Fiorelli, insieme alla corrispondenza con centinaia di lettere indirizzate o ricevuto a personalità del mondo intero, ai taccuini di scavo autografi (non solo di Pompei ma anche di Liternum, Paestum, Sepino, Velia e si altri siti ancora), a migliaia di fotografie, a premi, diplomi e lauree honoris causa attribuite a Maiuri. Il suo nome è legato soprattutto a Pompei, a Ercolano e all’intera area flegrea, ma Mauri operò anche in Grecia, come direttore alle Antichità del Dodecanneso, e in varie zone d’Italia, e fu professore di Antichità pompeiane all’Università di Napoli,
Non appena si è avuta notizia dello sfratto del Fondo di uno dei principali archeologi del secolo scorso, autore di importanti scavi e scoperte a Pompei, sono fioccate proposte di acquisto da parte di molte università straniere, prime fra tutte Oxford e Cambridge, pronte a pagare qualsiasi cifra pur di accaparrarsi un patrimonio dal valore unico. Ora si è fatto avanti anche il prof. Zhan Changfa del Ministero della Cultura cinese, autore del restauro del palazzo imperiale di Pechino (dove si penserebbe di trasferire il Fondo Maiuri), uno studioso formatosi anche in Italia all’Istituto Centrale del Restauro, che ha annunciato «un’offerta che difficilmente sarà rifiutata»: insomma si propone di (s)vendere un bene prezioso a suon di sterline o di yuan, trattando il nostro Paese come una nobile famiglia nobile decaduta ala quale si propone di cedere i gioielli di famiglia. Fortunatamente il Fondo è stato vincolato dalla Soprintendenza Archivistica della Campania, ma bisogna ora mettere in campo tutte le iniziative per evitare questo possibile scempio, indicativo di come si siano tenute a volte in scarsa considerazione queste realtà di studio e di conservazione della memoria storica. Pompei deve essere non solo uno straordinario sito archeologico visitato da milioni di turisti, ma anche un luogo di studio, di ricerca, di innovazione, di sperimentazione, di formazione di alto livello internazionale. E questo obiettivo il MiBACT si è impegnato a conseguire, nonostante i ritardi, le difficoltà, gli scioperi e le tante resistenze. Una biblioteca e un archivio come quelli del Fondo Maiuri non possono migrare altrove, addirittura all’estero. È Necessario certamente conservarli a Pompei, ma anche valorizzare realmente questi patrimoni culturali perché conservino la memoria del passato e rappresentino una fase nuova della storia del sito.
Bene ha fatto il prof. Pappalardo a lanciare l’allarme a pochi giorni dalla visita ufficiale, il prossimo 17 luglio, del commissario europeo alle politiche regionali Johannes Hahn, che, accompagnato dal ministro Dario Franceschini e dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio, verificherà lo stato di avanzamento del Grande Progetto Pompei. Il 21 luglio il Consiglio Superiore per i beni culturali e paesaggistici ha previsto un’audizione su Pompei del Direttore Generale del Progetto, il generale del Carabinieri Giovanni Nistri, e del Soprintendente di Pompei, Massimo Osanna: sarà questa l’occasione anche per affrontare questo tema. I grandi sforzi in atto per voltare pagina nelle politiche di tutela e valorizzazione di Pompei e dell’intero Paese non potranno non riguardare un patrimonio importante come il Fondo Maiuri.
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