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Un ricordo di José Strazzulla al Consiglio di Dipartimento di studi umanistici

Ricordo di José Strazzulla (Consiglio di Dipartimento, 10.5.2015)

Il 27 maggio scorso la cara amica e collega prof.ssa Maria José Strazzulla ci ha lasciati, a causa di una malattia che non perdona e che nell’ultimo anno, nonostante la forza e la determinazione che anche in questa battaglia José aveva dimostrato, l’aveva costretta a un intervento chirurgico, cure, riabilitazioni, a una lunga degenza.

Laureatasi all'Università di Milano, aveva frequentato la Scuola Nazionale di Archeologia dell'Università di Roma, dove è stata anche borsista e contrattista. Ha cominciato la sua carriera come funzionario archeologo presso la Soprintendenza Archeologica per il Veneto, lavorando molto a Aquileia, e successivamente presso la Soprintendenza Archeologica per l'Umbria, occupandosi in particolare di Assisi, ed è poi passata alla carriera universitaria, percorrendo tutte le tappe di ricercatore, professore associato e ordinario e insegnando negli Atenei di Perugia, Roma, L’Aquila, Lecce e Foggia.

Intensi sono sempre stati i sui rapporti internazionali. Agli inizi della sua carriera è stata Honorary  Research Fellow presso il Department of Archaeology dell'University College of London, ha goduto di una NATO Senior  Fellowship presso l'Institut für Klassische  Archäologie dell'Università di Monaco di Baviera, è stata borsista  Fullbright e Visiting Scholar presso il Department of Archaeology  and Art History dell'Università di Princeton  (N.J. USA), e ha tenuto seminari nelle università di Princeton, New York, Austin (Texas), Tulane (New Orleans-Louisiana), Iowa e Columbus (Ohio).

Era membro nazionale corrispondente dell'Istituto di Studi Etruschi e socio corrispondente dell’Istituto Archeologico Germanico.

Relatrice a numerosi congressi internazionali e organizzatrice varie mostre e musei, ha condotto vari scavi archeologici in Friuli, Umbria, Abruzzo ed è autrice di un corposo numero di pubblicazioni, tra monografie e articoli. I suoi interessi scientifici, assai ampi, hanno riguardato i santuari e l’edilizia religiosa, la cultura figurativa, gli insediamenti urbani e rurali e, in particolare, le terrecotte architettoniche, una classe di materiali della quale era forse la massima esperta a livello internazionale.

José è arrivata a Foggia nell’AA 2002-03. Sono particolarmente orgoglioso di averla fortemente voluta nella nostra Università, alla cui crescita ha dato un contributo importante. Non la conoscevo personalmente, non eravamo amici, ne avevo solo una grande stima scientifica e quando si creò l’opportunità di un suo trasferimento dall’Università di Lecce, chiamandola come professore ordinario, ritenni che fosse un’occasione da cogliere al volo per dare forza a quella straordinaria operazione di costruzione di una Facoltà di Lettere che in quegli anni si stava compiendo. E non volli credere a chi mi sconsigliava di farlo per via del suo ‘cattivo carattere’, secondo un vizio di certa accademia che confonde un carattere forte e deciso con un ‘cattivo carattere’ e preferisce a volte mediocri docenti accondiscendenti a studiosi di valore con uno spiccato senso critico. Peraltro poi scoprii che non aveva affatto un ‘cattivo carattere’ ma che era una personalità forte, decisa, creativa, positiva, leale; e che era anche una persona straordinariamente simpatica. Sono ancora oggi grato alla Preside Franca Pinto e a tutti i colleghi per aver sostenuto quell’operazione, che si rivelò assai proficua per la nostra Università.

José è stata una studiosa di grandissimo rigore e di ampia cultura e al tempo stesso una docente impegnatissima e molto apprezzata dagli studenti. Nel nostro gruppo storico-archeologico ha avuto il merito di costituire un nucleo di ricerca di archeologia classica di grande qualità, sviluppando filoni di indagine assai importanti e avviando nuove attività, tra cui ricordo in particolare gli scavi ad Alba Fucens. Con grande generosità preferì anticipare il suo pensionamento per consentire ad un suo allievo di poter prendere il suo posto come ricercatore: un’operazione lungimirante, allora ancora possibile.

Nella nostra Facoltà si è distinta in particolare per l’impulso dato alla Biblioteca. Per anni direttrice scientifica, si assunse il compito di costruire quasi dal nulla una Biblioteca universitaria cresciuta rapidamente e che oggi in tanti ci invidiano. Ricordo le battaglie epiche condotte con lei per far accettare dall’ateneo il principio di analogia tra una Biblioteca per una Facoltà umanistica e le grandi attrezzature tecnologiche per le Facoltà di area scientifica, in modo da disporre di notevoli risorse che ci hanno consentito di acquisire intere collezioni, raccolte, blocchi di biblioteche private. Un lavoro oscuro e prezioso svolto da José con competenza e passione e di cui oggi restano frutti concreti che nessuno può cancellare. È per questo che, a nome dei colleghi dell’area archeologica, rivolgo la richiesta di intitolare a José Strazzulla la nostra Biblioteca e di trovare una maniera adeguata per ricordarla.

Ricordo bene, e lasciatemelo dire, anche con un po’ di nostalgia, le discussioni appassionate e animate – e anche, perché no, le liti che non sono mancate - nei nostri consigli e nelle nostre riunioni, quando ci si contrapponeva e si discuteva, ma anche si costruiva, si progettava, si bruciavano le tappe di una crescita tumultuosa senza la quale questo Dipartimento e questa Università non avrebbero raggiunto i risultati poi conseguiti. E spero che, anche nel ricordo di José, non venga meno oggi quella voglia e quella capacità di libero confronto critico, rifiutando la logica di un pensiero unico omologante e adulatorio.

José era una persona di rara intelligenza e sensibilità, competente, rigorosa e appassionata ricercatrice dell’archeologia del mondo antico e un’intellettuale sempre attenta alle vicende del presente. Amava molto il suo lavoro e i suoi allievi. Pretendeva tanto da se stessa e dai suoi studenti, come dovrebbe fare un bravo professore universitario. Era generosa, non negava mai un consiglio, un suggerimento, un’idea brillante. Pur essendo stanca negli ultimi anni, non si risparmiava mai. Famosi erano i suoi viaggi di studio in Grecia e non solo: occasioni straordinarie per studenti e docenti per conoscere il mondo antico per stringere relazioni di amicizia e di collaborazione.

Ma vorrei, in conclusione, ricordare José per la sua straordinaria gioia di vivere, per la sua allegria, per il piacere che aveva nella conversazione, e anche nella chiacchiera, nella convivialità, nella intelligente curiosità nei confronti di tutti. Noi tutti le dobbiamo molto e molto le devo io per i suoi sempre affettuosi e preziosi consigli, che mi mancheranno.

È molto triste che José non ci sia più. Lo è per l’archeologia, per la storia, per la cultura, per l’impegno civile. Lo è per la sua famiglia, per il marito Roberto, raffinato studioso del cristianesimo, per la sua adorata figlia Valentina e il prossimo nipotino che non potrà conoscere sua nonna, per i suoi tanti amici e colleghi, per i suoi amati allievi. Lo è certamente anche per il nostro Dipartimento e per l’Università di Foggia alla quale ha dato tanto alla quale, pur da lontano, avrebbe potuto e voluto ancora dare molto.

 


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