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Un ricordo di Vincenza Morizio

Il mio rapporto con Vincenza è cominciato alla fine degli anni 70 quando ero studente di archeologia all’Università di Bari, in una stagione di appassionanti dibattiti e di grande impegno politico e culturale.

Fu per me e per un gruppo di altri studenti un riferimento importante. Contagiati dal suo entusiasmo costruimmo un gruppo di lavoro sull'instrumentum domesticum. Tramite lei entrammo in contatto con Andrea Carandini e la sua equipe. Aveva scavato a Cartagine con Carandini e in quegli anni collaborava con la casa editrice De Donato per la quale curò la pubblicazione di libri fondamentali che hanno segnato un’epoca, come 'Archeologia e cultura materiale e poi 'Storie dalla terra', oltre a tante altre iniziative editoriali, tra cui AMP Archeologia Materiali e Problemi. Fu lei a fare da tramite con Carandini perché partecipassimo allo scavo di Settefinestre e in questo modo ha segnato la vita mia e di altri amici, allora giovani studenti.

Vincenza, infatti, ha sempre amato l’insegnamento, esercitato con passione e in maniera stimolante, mai banale o ripetitiva, interpretando il suo ruolo di archeologa, storica e docente universitaria non disgiunto dall’impegno civile e questo approccio lo ha sempre comunicato ai suoi studenti, che l’hanno sempre amata, come dimostrano anche i tanti messaggi raccolti in questi giorni. “I suoi corsi erano interessanti, ma anche "divertenti"; riusciva a trasmettere il suo amore per la Storia con semplicità e serenità. Ricorderò sempre gli esami nel suo ufficio, sotto lo sguardo di Russel Crowe” scrive uno suo studente foggiano. E altri aggiungono: “Tutto quello che conosco della storia romana, lo devo a questa donna straordinaria... Ricordo con affetto il corso e l'esame di storia romana e spesso mi capita di raccontare di come la feci sorridere per un aneddoto tratto da una versione del ginnasio. Fu proprio per quella mia breve parentesi, che la Prof. apprezzò moltissimo il mio modo di fare storia. L'università di Foggia è stata molto fortunata per aver avuto il privilegio di conoscere una professionista come lei ma soprattutto una donna eccezionale”. “La ricordo con grande affetto e simpatia, una prof eccellente nel rendere ogni lezione gradevole e interessante”. “Conservo con piacere il ricordo di un bellissimo corso di Storia Romana”. “Grazie professoressa per tutto quello che ha fatto per me nei miei anni universitari, per tutto l'amore trasmesso per la storia di Roma antica e dell'epigrafia latina”. “Grandissima insegnante! Ho avuto la fortuna di seguire le Sue lezioni, fatte sempre con sorriso, ironia e gioia! Felice di averla conosciuta!”. “Tutto l'amore e la passione che porto per la storia di Roma lo devo a lei. Ricordo sempre con affetto e gratitudine le sue parole pronunciate alla seduta della mia laurea essendo lei relatrice della mia tesi, il suo modo di insegnare argomenti difficili con perizia ma anche col sorriso per renderli gradevoli a tutti. Posso solo dirle "Grazie prof"”.

Una collega, Angela Pontrandolfo la ricorda così: “Insieme abbiamo studiato e ci siamo laureate all'Università di Bari appassionandoci all'archeologia e all'impegno politico. Il suo sorriso e lo sguardo intelligente della ragazza dalla lunga treccia non potranno essere dimenticati”.

Ha insegnato nelle Università di Bari, di Roma Sapienza e di Foggia, dove ho avuto il piacere di averla collega insieme ad un'altra cara comune amica recentemente scomparsa, José Strazzulla, e con altri amici, colleghi, collaboratori e allievi che con Vincenza hanno sviluppato un rapporto di grande affetto. Non solo una collega, quindi, ma una cara amica.

Donna di grande intelligenza e di straordinarie passioni, generosa, ironica e autoironica, allegra, sempre capace di comunicare una prorompente vitalità. Indimenticabili le sue risate fragorose e contagiose. Mitici i suoi racconti di aneddoti, di personaggi, di episodi divertenti. Indimenticabile anche la sua passione per la fotografia (aveva sempre con sé una macchina fotografica) di monumenti, materiali, epigrafi e soprattutto di persone: aveva tra l'altro un enorme archivio di foto di studiosi.

Aveva cominciato con studi di storia dell’arte antica ma il suo interesse si era presto indirizzato verso gli aspetti di storia economica e sociale dell’età romana. Studiosa dell'epigrafia dell'istrumentum e più in generale dell'epigrafia romana, fu un’attivissima componente del gruppo di lavoro sulle epigrafi romane di Canosa con Mario Pani, Francesco Grelle, Marina Silvestrini, Marcella Chelotti e Rosanna Gaeta. Trasferitasi a Roma sviluppò una collaborazione con Tina Panella in particolare per dar vita a un colossale lavoro per il corpus dei bolli delle anfore romane (purtroppo rimasto inedito, cosa che ha fatto molto soffrire Vincenza). Ha offerto vari contributi in particolare sulla storia di Roma e della Puglia romana, in particolare sull’epigrafia di alcune città come, tra le altre, Canusium, Luceria e Ausculum. La sua curiosità la portava a occuparsi anche di altri temi, come la vicenda della famiglia Cirillo Farrusi di Cerignola tra la Capitanata e il Belgio.

Ci mancherai molto Vincenza, ci mancherà il tuo amore per l’antico e per l’oggi, il tuo sorriso e la tua risata, con te va via anche un pezzo della nostra vita, dei nostri studi, del nostro impegno, delle nostre passioni.


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