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Una donna normale
Tempi di reclusione da corona virus. Lavoro, lezioni, riunioni, studio ma anche bei film e letture "leggere" (che peraltro si fanno sempre anche nei periodi normali). Perfetto il romanzo di Roberto Costantini, Una donna normale, primo di una nuova serie. Ho amato molto le serie del male, con protagonista il commissario Michele Balisteri. Anche questa nuova mi sembra niente affatto male. La protagonista femminile, Ana Abate è una donna 'perfetta', bella ma non bellissima e sempre alquanta castigata, precisa, organizzata, che tiene molto alla famiglia, marito Paolo, colto aspirante scrittore ma un po' frustrato pubblicitario, i figli Francesco e Cristina, il cane, la tata. Organizza tutto e pensa a tutto, e formalmente sarebbe una burocrate amministrativa ministeriale. In realtà è una spia, nome in codice Ice (per la sua freddezza), agente dei servizi, figlia d'arte (dirigente dei servizi era suo padre) impegnata nella cattura di un terrorista islamico pronto a farsi saltare per fare una strage. Continui viaggi tra Italia e Libia (sempre presente nei libri di Costantini), alle prese con un personaggio geniale e spietato, mercenario che lavora per Italia e Francia (ma sarà vero?) il prof. Johnny Jazir. Poco credibile (a dir poco) che Aba alterni con nonchalance riunioni e missioni nei campi profughi alla gestione domestica e la cura dei figli e del marito (che ovviamente ignorano la vera natura del lavoro della madre-moglie), ma il romanzo tiene, ritmo serrato, personaggi credibili (a parte quella stranezza della protagonista che però è la peculiarità della storia), scrittura eccellente, dialoghi perfetti. Costantini si conferma un gran narratore.
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