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Una grave limitazione alla libertà di riproduzione dei beni culturali

Nel passaggio alla camera del decreto ‘Cultura e turismo’, le norme sulla liberalizzazione delle riproduzioni dei beni culturali ha subito una grave limitazione con questo emendamento:

Al comma 3, lettera b) capoverso 3-bis, numero 1), dopo le parole: beni culturali aggiungere le seguenti: diversi dai beni bibliografici e archivistici.

Ora si spera in una modifica al Senato, che però appare improbabile, perché in tal caso il provvedimento dovrebbe tornare alla Camera. E si vorrebbe approvare rapidamente l’intero decreto.

Nell’ultimo Consiglio Superiore abbiamo approvato una mozione sull’argomento per chiedere la piena applicazione della norma e della circolare nel frattempo emessa dalla Direzione alla Valorizzazione. Questa nuova versione della norma rende però mozione del tutto superata! Ma questo non significa che la questione sia chiusa.

Ci sono evidenti resistenze dall’interno del Mibact: sembra che alcuni chiedessero di fotografare libri rari o documenti di gran pregio. In questi casi, però, sarebbe sufficiente negare la riproduzione per motivi di tutela del bene, se effettivamente scattare una foto rischia di procurare un danno; se, infatti, uno studioso è autorizzato a consultare un’edizione rara o una pergamena, con tutte le cautele del caso, perché dovrebbe essergli impedito anche di scattare una foto con una macchina digitale? In ogni caso questi sono casi rari, la prassi riguarda libri o documenti che uno studioso consulta normalmente, manipola, sfoglia, legge: che senso ha impedirne la foto?

È il caso di ricordare che in Italia c’è una impresa privata che ha il monopolio delle riproduzioni. Mi auguro vivamente che tale limitazione non sia stata introdotta, su sollecitazione di qualcuno, per favorire questi interessi.

Abbiamo salutato questa norma come una affermazione di sostegno alla ricerca, alla libera diffusione, ed anche come una vittoria della democrazia e della civiltà

Nella prossima riunione del Consiglio Superiore ribadirò la posizione a favore della liberalizzazione della riproduzione per tutti i beni culturali, ristabilendo quanto previsto nel testo originario voluto dal ministro Franceschini. Mi auguro che si riesca presto a reintrodurla, eventualmente in un prossimo provvedimento.


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