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Una serata a Gravina: un'iniezione di speranza
eri a Gravina di Puglia ho trovato una piacevole sorpresa. Ero stato contattato tempo fa dalla prof.ssa Marisa D'Agostino, un'attiva docente di latino e greco, ora in pensione, presidente della Associazione Amici della Fondazione Pomarici Santomasi di Gravina, per intervenire al Gravina Festival, giunto alla terza edizione. L'iniziativa si è svolta nell'are archeologica di Padre Eterno, oggetto di scavi negli anni Ottanta, con un'ampia necropoli preromana e la presenza della chiesa rupestre medievale, in un contesto paesaggistico meraviglioso, dominato dalla spettacolare gravina. La sorpresa l'ho ricevuta quando giunto sul posto ho trovato tanta gente in attesa, in particolare tantissimi ragazzi e giovani. Una situazione del tutto inattesa, lo confesso, abituato a trovare in sala o all'aperto in occasione di conferenze o presentazioni di libri un pubblico alquanto âgée. La sorpresa è poi cresciuta nel seguire la visita al sito, effettuata da vari ragazzi dell’Associazione Punto GG (Giovani di Gravina), che raccoglie una quarantina di giovani, costituita da non molto e già molto attiva. Il numeroso pubblico ha seguito il percorso (alquanto accidentato, tra le varie tombe scavate nella roccia) fino allo slargo posto davanti alla chiesa, dove, tutti seduti sulle rocce, abbiamo assistito prima ad alcuni interventi dei responsabili dell’Associazione e della collega D’Agostino, poi a una sorta di teatralizzazione di una intervista sull’archeologia, nella quale un attore ha interpretato Andrea Carandini (in una sua intervista degli anni Ottanta). Successivamente è toccato a me, parlare, finché la luce naturale ce lo ha consentito, di patrimonio culturale, di Costituzione e Convenzione di Faro, di partecipazione dei cittadini, di sviluppo sano. Infine, ormai al buio, una breve performance di alcuni attori con versi di poeti greci. E in chiusura una pizza con un gran gruppo di persone, occasione anche per chiacchierare con alcuni dei ragazzi, studenti liceali e universitari, ricchi di entusiasmo, di passione civile e politica, e di voglia di impegnarsi a Gravina. Una bella iniezione di speranza e di ottimismo. Ecco il nostro vero patrimonio culturale!
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