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"tenere vivo il fuoco e non adorare le ceneri"

Parlando ai componenti di Comunione e Liberazione, cioè uno dei movimenti cattolici più integralisti, Papa Francesco ha usato parole straordinariamente importanti, tra cui: «Il riferimento all’eredità che vi ha lasciato Don Giussani non può ridursi a un museo di ricordi, di decisioni prese, di norme di condotta. Comporta certamente fedeltà alla tradizione, ma fedeltà alla tradizione – diceva Mahler – “significa tenere vivo il fuoco e non adorare le ceneri”. Don Giussani non vi perdonerebbe mai che perdeste la libertà e vi trasformaste in guide da museo o adoratori di ceneri. Tenete vivo il fuoco della memoria di quel primo incontro e siate liberi!».

Le parole di Francesco sono preziose anche per chi non è credente e sono applicabili anche in altri campi, come quello dei Beni Culturali. Sono parole, infatti, perfettamente utilizzabili per altre forme di integralismo, come quello che alberga in certi ambienti dei Beni Culturali, e che si alimenta di una visione sacrale, religiosa, del patrimonio culturale, e che porta alcuni a sentirsi sacerdoti, vestali della purezza e unici interpreti della ‘verità’, sempre pronti a impartire lezioni di coerenza e ad accusare di tradimento, di mercificazione e di ogni altra nefandezza chi non la pensa come loro. Se i beni culturali sono considerati una religione, hanno bisogno inevitabilmente di sacerdoti, di caste di funzionari e professori, di linguaggi esoterici, di musei-santuari e, anche, perché no, di tribunali dell'inquisizione.

Anche nel mondo dei beni culturali servirebbe una grande dose di laicità, di libertà, di apertura. Abbiamo bisogno di meno adoratori delle ceneri del passato e più protagonisti attivi di una tradizione che si alimenta continuamente con il fuoco dell'innovazione.

Oggi più che mai, mentre assistiamo alle dolorose immagini di fanatici che distruggono i resti di un passato odiato, per affermare la propria (folle) visione del mondo.

La nostra visione dovrebbe essere al contrario ispirata alla laicità, alla tolleranza, alla curiosità e al rispetto per le posizioni altrui, alla volontà di cambiamento, di innovazione, di progresso. Abbiamo uno straordinario bisogno, in particolare, di laicità, di libertà, di aperture, di idee innovative, di inclusione, dell’apporto di sensibilità nuove, di coraggio, di partecipazione attiva dei cittadini.

 



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