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Cristiana Barandoni, Recensione di Patrimonio al futuro

Vi avevo parlato qualche giorno fa di due nuove rubriche. Ecco la prima: #archeoletture
Siamo agli sgoccioli con i regali e se ancora non avete idea di cosa regalare, fatevi e fate un regalo: "Patrimonio al Futuro" di #GiulianoVolpe
E' un libro che si legge con interesse anche se con parsimonia (dispiace finirlo...). Racconta in uno stile asciutto, che è proprio dell'autore, la situazione reale ed attuale del nostro Patrimonio, senza indugiare in evanescenti rêveries sul passato ma offrendo suggestive prospettive sul futuro: cosa si potrebbe (e come) fare perché si cominci a vivere di cultura quotidianamente, fuori da inutili e sterili dibattiti. 
Non è facile, in un clima come quello che stiamo vivendo, uscire allo scoperto e metterci la faccia, specie se si sta parlando del Presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali, ma il prof Volpe ci scommette e ne esce vincente su più fronti. Qualche esempio? Parla senza retorica rivolgendosi anche ai non addetti ai lavori e a chi ha ancora voglia di "tenere gli occhi spalancati sul mondo e assorbire ciò che di meglio esso ha da offrire"; si libera - e libera il lettore - di una zavorra concettuale fatta di pregiudizi e di superfetazioni che tanto hanno influito nell'allontanamento dei cittadini dal loro Patrimonio. Eh già, perché l'autore non smette mai di ricordarci che il Patrimonio è di tutti, non appannaggio di soloni sacerdoti chiusi nei loro templi. Volpe, con il raro entusiasmo di chi l'archeologia la possiede veramente, non si sente a suo agio nel ruolo di "privilegiato" della cultura, tutt'altro! Parla a (e per), tutti, di paesaggi, economia, cultura, formazione, comunicazione, tutela e soprattutto di libertà di pensiero e di miglioramento della qualità della vita, di sviluppo sostenibile e durevole.
Per questo e per molti altri motivi,#Patrimonioalfuturo di Electa editore è un libro da leggere e da commentare, perché no, come spesso auspica l'autore, tutti assieme, professionisti e cittadini, in un dialogo che lungi dall'essere esercizio teorico, vuole contribuire alla cura della grande eredità ricevuta dal passato da trasmettere al futuro; una delicata e preziosa (eticamente e moralmente) eredità che deve essere vissuta nella piena consapevolezza che tutti possiamo dare il nostro contributo, a qualsiasi livello, con la consapevolezza che possiamo arricchirla di nuovi significati.

Cristiana Barandoni
 

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