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La mia candidatura con "Laforgia sindaco"; ecco perché

Ho accettato di presentare la mia candidatura per il consiglio comunale di Bari nella lista “Laforgia sindaco”.

L’ho fatto perché me lo ha proposto Michele Laforgia che stimo come persona, come professionista, come cittadino con una grande passione politica da sempre impegnato in città con iniziative di partecipazione civica dal basso.

L’ho fatto perché molti amici e colleghi mi hanno sollecitato, convincendomi a superare i miei ultimi indugi.

L’ho fatto soprattutto perché sono convinto che ci siano momenti nei quali è necessario dare il proprio contributo in prima persona: questo è uno di quei momenti. Bari, che ha conosciuto, nel contesto dell’intera Puglia, un innegabile processo di crescita e di miglioramento, da tutti riconosciuto e per il quale bisogna essere grati al sindaco Antonio De Caro e alle amministrazioni di centro-sinistra locali e regionali degli ultimi vent’anni, rischia di tornare indietro, di essere riconquistata dalla destra, anzi dalla peggiore destra: quella della Lega che vuole l’autonomia differenziata che spaccherà l’Italia e danneggerà pesantemente il Sud, quella di Fratelli d’Italia che vuole la riforma del premierato che sconvolgerà l’assetto costituzionale democratico. Una destra che attua retrive e dannose politiche in campo economico, sociale e culturale. La partita che si gioca a Bari è fondamentale per la città e per la Puglia ma ha anche un fortissimo significato nazionale.

L’ho fatto anche perché sono convinto che il fronte progressista necessiti di un profondo cambiamento, mettendo finalmente da parte trasformismi e opportunismi che ne hanno purtroppo offuscato l’immagine e la sostanza. È necessario un cambiamento, nella continuità delle azioni positive e nella decisa discontinuità di quelle negative: questo cambiamento credo possa essere oggi impersonificato da Michele Laforgia. Da Bari con lui può ripartire una nuova stagione della sinistra. Michele non può essere lasciato solo in questo impegno e chiunque creda in questo progetto deve, in vari modi, dare un contributo. Io ho accettato di darlo anche (ma non solo) con la candidatura in una lista civica, composta da tante belle espressioni della società barese, nella quale mi sento pienamente a mio agio perché si tratta di persone che si spendono senza alcun interesse e tornaconto personale.

L’ho fatto perché da sempre sono animato da passione “politica”, anche facendo l’archeologo, il professore, il rettore di una Università in una città e in un territorio non facili come Foggia, il presidente del Consiglio superiore dei beni culturali e paesaggistici del MiBACT (ora MiC) e in tante altre forme di impegno culturale e civile.

L’ho fatto perché credo, o almeno spero, di poter offrire un contributo fattivo nei campi nei quali ho costruito una certa competenza: la formazione, l’università (perché Bari diventi una vera città universitaria, ospitale, con servizi e opportunità per gli studenti italiani e stranieri), la ricerca, la tutela, la valorizzazione e la gestione del patrimonio culturale, l’imprenditoria culturale e creativa, le attività culturali (da non intendere solo come eventi e spettacoli), il turismo culturale (un turismo colto – che non significa turismo di élite ma turismo di qualità - contro i rischi incombenti di un turismo di consumo), le politiche giovanili.

Michele mi ha chiesto di dare una mano, senza promettere nulla. Ho accettato, nonostante i miei tantissimi impegni, senza che io gli chiedessi nulla, come hanno fatto tutti gli altri candidati.

Ho la fortuna di fare un bellissimo lavoro. Sono tornato a insegnare e a vivere a Bari dopo tanti anni di lavoro altrove e ho deciso di investire questi miei prossimi anni per contribuire alla crescita della nostra università (anche con l’istituzione di un Dottorato Nazionale sul patrimonio culturale che ha sede a Bari e al quale aderiscono altre dodici università e il CNR con molte decine di dottorandi/e), allo sviluppo di tutte le forme di partecipazione attiva nella cura e nella valorizzazione del patrimonio culturale, alla cresci di opportunità di lavoro di qualità nell’impresa culturale, per una migliore qualità della vita nella nostra città.


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