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Marsiglia, alle tre della notte.

L'ultimo libro di Gianrico Carofiglio conferma le sue doti di narratore. Un libro che si legge facilmente e piacevolmente. Scritto come sempre in maniera impeccabile, elegante, con tante citazioni letterarie (splendida quella che ispira il titolo, tratta da 'Tenera è la notte' di Scott Fitzgerald "Nella vera notte buia dell'anima sono sempre le tre del mattino") e musicali (soprattutto tanto jazz), con personaggi ben costruiti e una storia semplice e coinvolgente di un rapporto tra padre e figlio e di una transizione dall'adolescenza alla maturità, molto ben ambientata a Marsiglia. Quest'ultimo aspetto mi ha fatto particolarmente apprezzare il libro, perché amo Marsiglia che ho frequentato per tanti anni per motivi di ricerca archeologica e che ho conosciuto esattamente nei primi anni 80 in cui è ambientata la storia narrata da Carofiglio. Ho ritrovato così luoghi e personaggi del Vieux Port e dei quartieri degli immigrati che ho conosciuto, provando sensazioni assai simili (ricordo ancora il mio primo giorno nell'agosto del 1985, da solo a bordo dell'Archéonaute, in compagnia di due marinai di guardia, di cui allora capivo a stento la lingua, e un mondo sconosciuto e non proprio rassicurante nei pressi del Fort St. Jean).

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