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Ricerche archeologiche a Vieste
Come spesso (quasi sempre) accade in uno scavo, l'ultimo giorno si scopre qualcosa che costringe non solo a un sovraccarico un po' ansiogeno di lavoro finale (vista anche la pioggia che incombeva sul Gargano) ma anche a ripensare ricostruzioni appena elaborate e a rimettere in discussione cronologie, fasi e funzioni: ma questo è parte (forse anche la più intrigante) del nostro mestiere. Una sepoltura, poverissima, priva di corredo e non facilmente databile (lo faremo con il C14) di un soggetto di cui restano solo gli arti inferiori mentre la parte superiore dello scheletro non si è conservata sotto pesanti pietre. Si aggiunge ai resti di altre 'sepolture' rinvenute accanto a imponenti cisterne scavate nella roccia, per la conservazione dell'acqua, quasi sicuramente di età romana (ci sono tracce di intonaco idraulico romano), poi (quando?) trasformate in vasche (per quale tipo di lavorazione? del pesce?). Finalmente si trovano anche materiali di età romana e tardoantica oltre ai prevalenti reperti, non meno interessanti, non età moderna e contemporanea, che cominciano ad associarsi alle iscrizioni latine presenti nella grotta santuario, originariamente molto più ampia di quella visibile oggi, come dimostra un nostro saggio all'esterno. E' emersa inoltre con forza la potente attività di estrazione di materiale molto probabilmente realizzata in occasione della costruzione del faro, negli anni immediatamente successivi all'Unità d'Italia, ma non si esclude affatto anche l'attività di cava antica e medievale.
Insomma una campagna breve, intensa, e ricca di risultati, di suggestioni e di nuovi problemi da risolvere. Grazie al lavoro di una piccola équipe (8 persone) molto affiatata, che lavora insieme da oltre un ventennio, composta questa volta solo da docenti e ricercatori universitari Uniba e Unifg (Giuliano De Felice, Danilo Leone, Maria Turchiano, A. Valentino Romano e chi scrive: e non si dica che i professori non scavano e non fanno lavori pesanti!) e dai cari amici e straordinari tecnici della ASSO (Bernardino Rochi, Mario Mazzoli, Marco Vitelli).
E' stata anche l'occasione per migliorare i rilievi e anche per realizzare un tour virtuale grazie all'intervento di due ottimi tecnici archeologi di ArcheoLogica, Giulio D'Amelio e Andrea Belardinelli.
Torneremo il prossimo anno con una campagna (speriamo) più lunga e con una équipe più grande.
Speriamo anche che la grotta e l'isola possano essere rese fruibili dai cittadini di Vieste e dai visitatori, magari con innovativi sistemi multimediali per poter far leggere le iscrizioni e i vari simboli e raccontare la storia stratificata a Sant'Eufemia.
Lo scavo è stato condotto in regime di concessione del MiC-SABAP Foggia.
Fondamentale il sostegno del Comune di Vieste (sindaco Giuseppe Nobiletti e assessora Graziamaria Starace)e dell'ESAC della Regione Puglia
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